Descrizione
GHANA, TOGO & BENIN
Ecco la nostra fantastica odissea culturale attraverso le regioni più affascinanti del Ghana, del Togo e del Benin.
Unitevi a noi in un viaggio alla scoperta di antichi mondi tribali ancora governati da capi tradizionali e da spiriti ancestrali. Lungo la costa, nel cuore delle tradizioni originali del Vudù, ne incontreremo gli adepti, assisteremo a danze di trance e scopriremo l’influenza duratura di questa religione sulla vita quotidiana.
Avventurandoci nell’entroterra, in un territorio di savana, incontreremo il popolo Kabye che vive su montagne rocciose; visiteremo i Tamberma con i loro fiabeschi castelli di argilla e infine ci immergeremo nel regno Ashanti, situato nelle lussureggianti foreste intorno a Kumasi.
Concludiamo il nostro tour esplorando l’ex Gold Coast, che ospita i più grandi e antichi castelli di matrice europea in Africa, testimoni silenziosi di secoli di commercio dell’oro e degli schiavi.
Questo è davvero il modo più completo e spettacolare per scoprire il ricco patrimonio dell’Africa occidentale: le sue tribù, i suoi regni, i festival, le danze di maschere sacre e le cerimonie tradizionali.
Un’esperienza perfetta per i viaggiatori desiderosi di scoprire questa regione unica e che amano l’Africa!
COSA C’E’ DI SPECIALE IN QUESTO VIAGGIO
Festival del Miglio (Ghana)
Un’incredibile celebrazione annuale piena di colori, musica e tradizione.
Il festival del Miglio è un evento religioso e sociale della durata di una settimana in cui la gente esprime gratitudine per le benedizioni ricevute, come raccolti abbondanti, salute e protezione dai nemici.
Originariamente celebrata solo dai sacerdoti, la festa fu aperta al pubblico negli anni ’40 dal re Konor Oklemekuku Nene Azu Mate Kole II. Oggi è un simbolo di unità e una piattaforma per i giovani per imparare la loro cultura, creare legami e persino trovare una moglie.
I capi tradizionali arrivano rivestiti con simboli propri della loro autorità, accompagnati dalle corti e circondati da una folla entusiasta. I tamburi scandiscono i ritmi che animano la gioiosa parata. Un’emozionante celebrazione del patrimonio culturale della comunità.
Oltre a questo evento, i partecipanti assisteranno a:
– un’interessante cerimonia vudù,
– una spettacolare danza del fuoco,
– una danza tradizionale di cavalli con guerrieri locali,
– un “funerale Ashanti” che consacra il ritorno dello spirito alla dimora degli antenati

GIORNO 1: LOME’ Golfo di Guinea – TOGO
Arrivo a Lomé e trasferimento all’hotel
GIORNO 2: LOME’, CAPITALE COSMOPOLITA. (70 km, tempo di percorrenza 2 h) – TOGO
Lomé è l’unica capitale africana che è stata colonizzata successivamente da tedeschi, britannici e francesi. E’ anche abitata da diversi gruppi africani, tra cui discendenti di afro-brasiliani. Confinante con un altro Paese, Lomé ha sviluppato un’identità unica che si riflette nel suo stile di vita e nella sua architettura: una città cosmopolita a misura d’uomo. Visiteremo: il mercato centrale con le famose “Nana Benz”, donne che controllano il mercato dei costosi “pagne” (=vestiti) venduti in tutta l’Africa, e gli edifici coloniali del quartiere amministrativo. Ci fermeremo al più grande mercato di feticci dell’Africa, dove si trova un eclettico assortimento di tutti gli ingredienti necessari per pozioni d’amore e intrugli magici.
Lome è anche nota per l’arte tribale africana, l’artigianato e l’arte contemporanea.
In un insediamento nascosto nella savana, assisteremo a una cerimonia Vudù: il ritmo frenetico dei tamburi e i canti degli adepti richiamano gli spiriti che si impossessano di alcuni danzatori. Questi cadono in una trance profonda: occhi che si rovesciano all’indietro, smorfie, convulsioni, insensibilità al fuoco o al dolore. Sakpata, Heviesso, Mami Water sono solo alcune delle divinità vudù che possono manifestarsi. In questo piccolo villaggio, circondati dall’atmosfera magica della cerimonia, capiremo finalmente cosa intende la gente quando dice: “Nelle vostre chiese voi pregate Dio; nei nostri santuari vudù noi diventiamo Dei!”.
Breve trasferimento per raggiungere il nostro hotel affacciato sul lago Togo.
GIORNO 3: CITTA’ “AFRO-BRASILIANA”, da Agbodrafo a Ouidah (70 km – tempo di percorrenza 2 ore) – TOGO e BENIN
Passaggio di frontiera del Benin (Hilla Kodji / Save Kodji).
In un piccolo villaggio, assisteremo alle danze delle maschere Zangbeto della cultura Fon. Queste maschere ricoperte di paglia rappresentano gli spiriti selvaggi. Chi le indossa fa parte di una società segreta la cui identità è sconosciuta agli estranei.
Si muovono, girando su sé stesse e simboleggiando così la pulizia spirituale del villaggio.
L’apparizione di Zangbeto è una festa importante per il villaggio. La sua esibizione garantisce protezione contro gli spiriti maligni e le persone malintenzionate. A volte, durante le danze sono compiuti dei “miracoli” che dimostrano i poteri magici della maschera.
Partenza per Ouidah, che fu conquistata dal Regno del Dahomey nel XVIII secolo e divenne uno dei principali porti di commercio degli schiavi. Oggi Ouidah vanta un’architettura afrobrasiliana unica e una cultura sincretica, in cui il Tempio dei Pitoni fronteggia la Cattedrale cattolica. L’atteggiamento rilassato della gente del posto si fonde armoniosamente con il fragore delle onde lontane e il ritmo dei tamburi: un’atmosfera senza tempo ben descritta da Bruce Chatwin nel suo libro “Il Viceré di Ouidah”. Visitiamo il Tempio dei Pitoni. Seguiamo la “strada degli schiavi” fino alla spiaggia e alla ” Porta del non ritorno” dove gli schiavi venivano spediti nel “nuovo mondo”.
A Ouidah, l’esistenza di un culto vivo del pitone (Dangbe) – una particolare forma di vudù – è documentata dalla fine del XVII secolo.
GIORNO 4: VILLAGGIO SU PALAFITTE, da Ouidah ad Abomey (170 km – tempo di percorrenza 2h30 ) – BENIN
Attraversiamo il lago Nokwe con una barca motorizzata per raggiungere Ganvie, il più grande e più bello villaggio africano su palafitte di tutta l’Africa. I circa 25.000 abitanti dell’etnia Tofinou costruiscono le loro capanne di legno su palafitte di tek. La pesca è la loro attività principale. La comunità di Ganvie è riuscita a preservare le sue tradizioni e il suo eco-sistema nonostante la lunga presenza umana in un ambiente chiuso. Il lago non è sovrasfruttato. La vita quotidiana si svolge nelle piroghe che adulti e bambini remano con facilità usando pagaie dai colori vivaci. A bordo di queste imbarcazioni, gli uomini pescano, le donne espongono le merci al “mercato galleggiante” e i bambini imparano a nuotare prima che a camminare. Una volta tornati sulla terraferma, ci dirigiamo verso Abomey.
Arrivando in città si visitano le misteriose grotte appena scoperte, probabilmente scavate segretamente durante le molteplici guerre per la tratta degli schiavi tra Abomey e i regni vicini nel XVI secolo. Se riaperto, visita del Museo di Abomey o incontro con i fabbri tradizionali.
GIORNO 5: GELEDE E EGUN: MASCHERE SACRE, da Abomey a Dassa (150 Km, tempo di percorrenza 3h30) – BENIN
Partenza presto per una giornata ricca di autentiche esperienze culturali. Raggiunto un insediamento dove vivono le comunità Yoruba e Fon, assisteremo alle spettacolari danze delle maschere Gelede. Gelede è una tipica maschera Yoruba dedicata alla Madre Terra. Viene celebrata da tutta la comunità per promuovere la fertilità delle persone e del suolo. Ogni maschera scolpita rappresenta un personaggio diverso; solo gli iniziati conoscono la vera natura e i segreti dei personaggi simbolici. Le maschere sono dipinte con colori vivaci e si muovono come marionette mentre raccontano miti e storie morali usando la mimica. È un evento educativo e allo stesso tempo molto divertente. La folla, entusiasta, ride e batte le mani mentre assiste all’esibizione. È un affascinante mix di teatro di strada e teatro magico.
La strada attraverserà un paesaggio di colline rocciose per raggiungere un accampamento peul. I Peul (chiamati anche Fulani) sono principalmente pastori. Gli uomini si spostano con le mandrie, mentre le donne si prendono cura dell’accampamento, mungono le mucche e producono il formaggio da vendere al mercato. I pastori Peul sono nomadi o semi-nomadi, famosi per la loro bellezza. I loro intriganti tatuaggi sul viso mandano messaggi a chi ne capisce il linguaggio simbolico; i bellissimi corpi snelli, che sorvegliano le loro mandrie, si ergono come un puntino all’orizzonte; gli occhi luminosi e capaci di contenere tanti paesaggi contemplati durante le loro migrazioni per trovare pascoli. La loro bellezza è proporzionale alla loro lentezza. Figure misteriose: sembrano essere più lenti di tutti e allo stesso tempo si muovono più di tutti. Ecco il mistero di un popolo che ha imparato a domare il tempo e lo spazio, la storia e la geografia. I Peul sono la principale tribù della savana settentrionale africana fino ai margini del Sahara (il Sahel). Il loro territorio va dall’Oceano Atlantico al Mar Rosso.
Nel tardo pomeriggio assistiamo alle maschere Egun. Rappresentano gli spiriti dei defunti e secondo la popolazione locale “sono” i defunti.
Gli uomini che indossano le maschere Egun sono iniziati al culto. Vestiti con abiti multicolori e sgargianti, emergono dalla foresta e formano una processione attraverso i vicoli del villaggio, balzando verso ogni irriverente spettatore che osa avvicinarsi troppo. Nessuno vuole essere toccato da Egun perché viene dal ‘“un altro mondo”. Alcune persone toccate da Egun si accasciano immediatamente a terra, vengono trasportate nel convento dei feticci, ma fortunatamente si riprendono in fretta.
All’arrivo le maschere si esibiscono in una sorta di “corrida” caricando la folla, con l’obiettivo di creare paura e rispetto.
GIORNO 6: SUA MAESTÀ , da Dassa a Kara (300 km – tempo di percorrenza 6 ore) – BENIN – TOGO
Giornata di trasferimento verso il nord; breve sosta al santuario di Dankoli a Savalou; poi incontro con un re tribale. Sua Maestà Atchiba II ci riceverà in un grande edificio rotondo: la sala del Consiglio degli Anziani. Il Re, seduto sul trono, sarà circondato dai suoi notabili in costume tradizionale. Sua Maestà governa le popolazioni Anii insediate tra la parte centrale del Benin e il Togo. Dopo il saluto tradizionale avremo il privilegio di chiedere informazioni sulle regole attuali del re, sull’origine degli Anii e sulla loro storia, direttamente al re e agli anziani.
Piste e strade in un paesaggio collinare ci porteranno al confine con il Togo a Soudou e a Kara, la “capitale” del nord del Togo, dove trascorreremo due notti.
GIORNO 7: CASTELLI DI ARGILLA, da Kara alla valle dei Tamberma e ritorno (180 km – tempo di percorrenza 2h + 2h) – TOGO
Una pista ci porterà a esplorare le remote valli dei Tamberma.
Nel corso dei secoli i Tamberma, per motivi di autodifesa, si sono rifugiati nella regione montuosa dell’Atakora. Un ambiente di difficile accesso dove, grazie alle abitazioni fortificate, gli abitanti potevano sfuggire agli attacchi dei mercanti di schiavi provenienti dalle savane settentrionali islamizzate. Secondo gli antropologi, le loro origini sono vicine al popolo Dogon del Mali, con cui condividono un’assoluta fedeltà alle loro tradizioni animiste. Le loro forti credenze sono confermate dalla presenza di grandi santuari – di forma fallica, che proteggono l’ingresso delle loro case. Queste abitazioni fortificate, dalla forma simile a piccoli castelli medievali, sono uno degli esempi più belli dell’antica architettura africana. Il loro stile colpì Le Corbusier, architetto svizzero d’avanguardia, che lo definì “architettura scultorea”. Infatti, le case in argilla sono costruite a mano, strato per strato, aggiungendo palle di fango rotonde e modellandole secondo la pianta della casa. Una sorta di gesto sensuale che mescola forza, cura e bellezza. Con il permesso degli abitanti entriamo nelle loro case per capire meglio il loro stile di vita.
In questa regione di confine tra Togo e Benin le persone che costruiscono simili case fortificate in argilla sono chiamate Tamberma o Betammari o Somba. Il nome cambia da valle a valle, ma l’architettura e lo stile di vita rimangono gli stessi. Per non visitare due volte lo stesso ambiente, abbiamo scelto di dedicare il nostro tempo ai Tamberma del Togo, che per il baobab sacro che protegge i santuari animistici, per la bellezza della loro architettura d’argilla e dell’ambiente incontaminato, sono stati dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1998.
GIORNO 8: ETA’ DEL FERRO E DANZA DEL FUOCO, da Kara a Sokode (80 km – tempo di percorrenza 3 ore) –TOGO
Opzionale: colazione con gli elefanti. Faremo colazione nel tipico bush africano: due giovani elefanti femmina verranno a farci visita e a godersi la colazione con noi… Questi due elefanti sono stati salvati dai bracconieri che hanno ucciso la loro madre quando erano cuccioli. Sono state adottati dal villaggio, che ha instaurato con loro un rapporto di amicizia. Vivono vicino all’insediamento umano, liberi di andarsene in qualsiasi momento. Finora hanno deciso di rimanere nell’area e di fare colazione con i visitatori.
Guidando tra le montagne incontreremo l’etnia Kabye. Le abitazioni Kabye, chiamate “soukala”, sono composte da diverse capanne di argilla unite da un muro. Ogni abitazione è di proprietà di una famiglia patriarcale. Nei villaggi situati in cima alle montagne, le donne fanno vasi utilizzando una tecnica ancestrale senza tornio, mentre gli uomini sono fabbri: lavorano ancora il ferro con pietre pesanti, invece che con martelli e incudini, come nei primi tempi dell’Età del Ferro.
Arrivo a Sokode, abitata dai gruppi etnici Kotokoli e Tem.
Dopo cena, in serata, si arriva ai villaggi della tribù Tem per scoprire la danza del fuoco. Al centro del villaggio un grande fuoco illumina la sagoma dei partecipanti. Essi danzano al ritmo ipnotico dei tamburi, saltando poi tra le braci incandescenti, raccogliendo carboni ardenti, passandoli sul corpo e persino mettendoli in bocca per masticarli e ingoiarli. Tutto questo senza bruciarsi o mostrare alcun segno di dolore. È difficile spiegare una simile performance. È una questione di coraggio? Di autosuggestione? Forse sono davvero i feticci a proteggerli dal fuoco?
GIORNO 9: DANZA DEI CAVALIERI, da Sokode a Kpalime (290 km – tempo di percorrenza 5 ore) – TOGO
La cavalleria era l’organizzazione militare con cui in passato i Kotocoli, tribù islamizzata proveniente dal nord, imponevano il loro potere. Ancora oggi, i cavalieri Kotocoli portano avanti la tradizione dell’equitazione e della “Fantasia”, insegnata loro secoli fa dagli arabi nordafricani. Un evento spettacolare in cui i cavalieri Kotocoli mostrano una raffinata maestria nell’arte dell’equitazione. In una surreale atmosfera medievale, guerrieri in costumi tradizionali montano cavalli con bardature colorate, per farli danzare al ritmo dei tamburi e lanciarli in galoppate sfrenate…
Ci dirigeremo verso sud, con una sosta ad Atakpame, una tipica cittadina africana costruita su colline dove si trovano tutti i prodotti provenienti dalle vicine foreste. Grazie al loro abile lavoro su piccoli telai, gli uomini della regione realizzano grandi tessuti “kente” dai colori vivaci.
Arriviamo nella regione di Kpalime, una città dal ricco passato coloniale, che oggi è un importante mercato per il commercio del cacao e del caffè. Passeggiata sulle colline che circondano Kpalime, attraverso villaggi e fattorie. Sotto la guida di un locale impareremo le principali piante utilizzate nell’erboristeria tradizionale africana.
GIORNO 10: PERLINE DI VETRO, da Kpalime a Akosombo (140 km – tempo di percorrenza 4 ore) – TOGO – GHANA
Attraversamento del confine con il Ghana e proseguimento attraverso la Regione del Volta.
Confine, lato Togo: Kpadape
Raggiungeremo la tribù dei Krobo, nota per le sue perline di vetro. I Krobo le producono e indossano per cerimonie e per scopi estetici. Visiteremo una comunità artigianale di produttori di perline e sperimenteremo il processo di creazione della nostra perlina. Gli artigiani producono perline seguendo la stessa tecnica tradizionale che dura da secoli. Utilizzano pezzi di vetro che vengono macinati in una polvere fine. La polvere di vetro viene poi meticolosamente modellata e inserita in stampi di argilla fatti a mano e ricoperti di caolino. Le perline vengono fuse e poi decorate, lavate e infilate.
Una strada spettacolare tra foreste tropicali lussureggianti in un paesaggio di montagne e colline ci porterà alla colorata città di Koforidua.
GIORNO 11: FESTIVAL DEL MIGLIO, Akossombo (trasferimenti) – GHANA
Giornata interamente dedicata alla grande Festa del miglio, durante la quale l’atmosfera è incredibilmente piena di gioia, colori e gioielli.
Il festival consiste in sette giorni di celebrazioni religiose e sociali, durante i quali il popolo rinnova la propria amicizia, unità, solidarietà ed esprime la propria gratitudine a Dio per tutte le benedizioni ricevute (raccolti abbondanti, buona salute e protezione contro i nemici).
In passato il Festival di Ngmayem era celebrato solo dai sacerdoti, ma negli anni ’40 il defunto re supremo “Konor Oklemekuku nene Azu Mate Kole II” trasformò questa celebrazione nella festa comunitaria che conosciamo oggi, per promuovere la solidarietà e lo sviluppo tra le persone. Questa festa offre ai giovani anche l’opportunità di conoscere la propria cultura, di fare amicizia e di scegliere il proprio partner. I capi tradizionali arrivano con tutta la loro corte e sono vestiti con i loro abiti più belli; una folla entusiasta li circonda e la sfilata è accompagnata dal ritmo dei tamburi.
Il comportamento amichevole della folla ci dà un’opportunità unica di sentirci parte di una vera cerimonia africana.
GIORNO 12: FUNERALI ASHANTI, da Koforidua a Kumasi (200 km – tempo di percorrenza 4h30) – GHANA
Kumasi è la capitale storica e spirituale dell’antico Regno Ashanti, che è stato uno dei più potenti dell’Africa. Il tributo pagato oggi all’Asantehene (re) è la migliore testimonianza dello splendore e della forza del passato e dell’orgoglio Ashanti ancora forte. Con quasi due milioni di abitanti, Kumasi è una città tentacolare con un mercato centrale unico, uno dei più grandi dell’Africa. Qui si trovano tutti i tipi di artigianato ashanti (articoli in pelle, ceramiche, perline, tessuti chiamati Kente, ecc.) e quasi tutti i tipi di frutta e verdura tropicale.
Pranzo da Jofel, ventennale catena di ristoranti molto conosciuta in Ghana, specializzata in una scelta di cucina locale e occidentale.
Nel pomeriggio, partecipiamo – se disponibili – a un funerale tradizionale Ashanti. I partecipanti indossano splendide toghe rosse o nere. Diciamo “funerale” ma l’evento ha piuttosto l’aria di una celebrazione “festosa”. Grazie a questa cerimonia, lo spirito del defunto raggiunge il mondo degli antenati e proteggerà la sua famiglia. Parenti e amici si riuniscono, socializzano e celebrano la sua memoria. Il capo del quartiere arriva circondato dalla sua corte all’ombra di un grande parasole, mentre i tamburi danno il ritmo alle danzatrici i cui intricati movimenti sono altamente simbolici per i significati bellici ed erotici. Raggiungeremo poi l’hotel.
È sabato sera. Kumasi è una città vivace. Al ristorante dell’hotel ci sarà una band. Abbiamo anche la possibilità, dopo cena, di sperimentare la vita notturna e la musica locale in città.
GIORNO 13: REGNI DELL’ORO, da Kumasi a Obuasi (80 km – tempo di percorrenza 1 ora) – GHANA
In mattinata proseguimento del tour di Kumasi Visita al Centro Culturale Ashanti: una ricca collezione di manufatti Ashanti ospitata in una splendida riproduzione di una casa Ashanti e visita al Museo del Palazzo Reale che ospita una collezione unica di gioielli in oro indossati dalla corte Ashanti. Nel pomeriggio visita ad alcuni villaggi Ashanti, dediti alla produzione di tessuti tradizionali come l’Adrinkra, stampato a mano con simboli tradizionali.
Nel pomeriggio trasferimento verso sud fino a Obuasi.
GIORNO 14: DALLA FORESTA AD ELMINA, IL PIU’ GRANDE ED ANTICO CASTELLO IN AFRICA, da Obuasi a Elmina (200 km – tempo di percorrenza 4 ore) – GHANA
A pochi chilometri a nord della costa, nel bel mezzo della foresta pluviale, scopriremo il Parco Nazionale di Kakum. Questo parco offre un’opportunità unica di osservare la foresta dall’alto, poiché Kakum dispone di una passerella appesa in alto tra gli alberi. Questa passerella, chiamata tecnicamente “canopy”, è uno dei ponti di corda più lunghi e più alto del mondo. Camminando a un’altezza compresa tra 30 e 40 metri dal suolo, si gode di un’incredibile vista sulla foresta pluviale. A questa altezza, invece di rivelare i loro tronchi, gli alberi offrono una vista mozzafiato della loro chioma.
Trasferimento verso la costa. Il litorale del Ghana conta più di 50 antiche fortezze e castelli, che ricordano l’antico commercio di oro, avorio e schiavi. L’antico nome del Ghana era Costa d’Oro ed è tuttora il più grande produttore d’oro dell’Africa.
Raggiungiamo il Castello di Elmina (Sao Jorge da Mina), il più grande ed antico edificio europeo in Africa, eretto dai portoghesi nel 1482. In tempi diversi, il castello è stato utilizzato come magazzino per il commercio dell’oro, dell’avorio e infine degli schiavi. Il castello che visitiamo oggi è il risultato di successivi lavori di ampliamento ed è riconosciuto come patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Di fronte al castello c’è un porto di pesca tradizionale con centinaia di grandi imbarcazioni colorate da pesca: ogni giorno queste grandi piroghe di legno condotte da abili pescatori attraversano le forti onde e correnti dell’oceano, “lottando” per guadagnarsi da vivere. Ci imbarcheremo per scoprire il porto di pesca dall’interno e sfiorare l’oceano in una navigazione inedita e spettacolare.
GIORNO 15: METROPOLIS, da Elmina ad Accra (155 km – tempo di percorrenza 4 ore) – GHANA
In una città vicina ad Elmina, scopriremo i Posuban: colorati santuari delle compagnie Asafo con molteplici statue a grandezza naturale, dove i guerrieri Asafo versano ancora libagioni. Gli Asafo sono gruppi di guerrieri delle tribù Fanti, attivi durante la tratta degli schiavi, che esistono ancora con la regola di prendersi cura e proteggere le loro città e villaggi. Proseguimento per Accra.
Accra, la capitale del Ghana, ha mantenuto la sua identità nonostante il rapido sviluppo degli ultimi decenni, con i suoi edifici moderni e i grandi viali. La rigogliosa area amministrativa, punteggiata da eleganti ville costruite nella prima metà del XIX secolo, ci ricorda che il Ghana era la colonia più fiorente dell’Africa.
Esploriamo il quartiere storico di James Town, abitato dai Ga. Di fronte all’Oceano si svolge la vita dei nativi: un villaggio circondato dalla città! Qui tutte le attività economiche seguono regole molto diverse da quelle che governano “la city” (area commerciale), a poche centinaia di metri di distanza. Proseguiamo con la visita all’interessante Museo Nazionale recentemente rinnovato e a un atelier specializzato in “bare fantasy”. Queste bare artigianali, uniche nel loro genere, possono rispecchiare qualsiasi forma: frutta, animali, pesci, automobili, aerei…. L’unico limite è l’immaginazione! Iniziati ad Accra, questi sgargianti modelli di bare sono ormai collezionati in tutto il mondo ed esposti nei musei come arte contemporanea africana.
In serata trasferimento in aeroporto per il volo di ritorno.