Giorno 1: BISSAU – Guinea Bissau
Arrivo e trasferimento in hotel.
Giorno 2: GRIOT, I CANTASTORIE AFRICANI – Guinea Bissau
Partiremo da Bissau la mattina presto. Dopo pranzo lasceremo la strada principale per un minuscolo villaggio nella regione abitata dai Malinké. I Malinké sono i discendenti dell’antico impero del Mali (XIII sec.) e sono diffusi nell’attuale territorio della Guinea Conakry, della Costa d’Avorio, del Senegal, della Guinea Bissau e del Mali stesso. I Griot sono una casta di cantastorie e musicisti. Visiteremo un villaggio noto per le famiglie Griot che hanno mantenuto questa tradizione culturale dai tempi dell’impero, famiglie conosciute anche per la loro bravura nella costruzione di strumenti musicali. Assisteremo ad un concerto dei Griot. Proseguiremo per Gabu.
Giorno 3: IL PIÙ VASTO MASSICCIO MONTUOSO DELL’AFRICA OCCIDENTALE – Guinea Bissau e Guinea Conakry
Una chiatta tirata manualmente ci permetterà di attraversare, con i nostri fuoristrada, il Rio Corubal, ovvero il confine naturale tra le due Guinee per consentirci di raggiungere lo sperduto posto di confine della Guinea Conakry, in una regione abitata dalle etnie Malinké e Peul (chiamati anche Fula). Ci fermeremo in villaggi in cui l’arrivo degli stranieri è ancora un evento raro.
Una piccola e dissestata pista fra savana e foresta ci porterà verso il massiccio del Fouta Djalon. Il Fouta Djalon, grazie al clima fresco e salubre, era il luogo di villeggiatura preferito dai francesi durante l’epoca coloniale. Come testimonianza di quel tempo rimangono i boschi di conifere. L’area è considerata la regione più spettacolare della Guinea grazie alle sue montagne, ai suoi altopiani e alle sue savane che si alternano a profonde vallate. Questo grande massiccio montuoso è considerato il serbatoio d’acqua dell’Africa occidentale. Infatti, qui hanno le loro sorgenti tre fiumi che danno il nome a quattro nazioni: Niger, Nigeria, Senegal e Gambia. Questo territorio è abitato dai Peul (chiamati anche Fula), famosi per la loro bellezza e per la loro abilità come i migliori allevatori di Zebù, i bovidi dell’Africa occidentale. Attraverseremo villaggi isolati caratterizzati da grandi case di argilla decorate con bassorilievi, alti tetti conici con molteplici strati di paglia. Arriveremo in serata a Labe.
Giorno 4: IL FOUTA DJALON – Guinea Conakry
Dedicheremo l’intera giornata alla scoperta del Fouta Djalon. In mattinata visiteremo il mercato di Labe, il più frequentato della regione. Lasciando Labe e la strada principale, scopriremo un grandioso ambiente naturale fatto di montagne, valli, cascate incorniciate dalla foresta che rendono il paesaggio di una bellezza incontaminata. Nel XVII secolo la Jihad dei Peul (chiamati anche Fula) iniziò da queste montagne e li portò a conquistare la maggior parte delle savane fino al Camerun. Sono il gruppo più numeroso delle savane sub-sahariane dell’Africa occidentale; si estendono sino al Chad ed al Sudan. Una grande capanna rotonda di argilla con un tetto di paglia decorato è il luogo di raduno del Consiglio dei Notabili e dove vengono nominati i capi tradizionali di tutto il Fouta Djalon. Grazie ai nostri contatti locali saremo ricevuti da capi e dignitari in gran consiglio.
Arriveremo a Dalaba (1200 m. di altitudine).
Giorno 5: I BASSORILIEVI – Guinea Conakry
Visiteremo la piccola e tranquilla cittadina di Dalaba. Interessante la “casa a palabra” (la casa delle parole) con un bel bassorilievo in puro stile architettonico Peul (chiamati anche Fula), dove i capi tribù si riunivano per incontrare l’amministrazione coloniale. Visiteremo la villa costruita dal governatore coloniale e successivamente utilizzata dal primo presidente della Guinea indipendente, Sekou Touré. Leader dell’indipendenza, Sekou Touré fu uno dei più radicali presidenti africani anticoloniali che rifiutò qualsiasi cooperazione con il blocco francese. Stabilì, invece, collegamenti con l’Unione Sovietica e Ceausescu. Alcune ville utilizzate dai ministri e dagli ospiti di Sekou Touré sono reminiscenze uniche di quel tempo, come la villa in rovina dove Miriam Makeba incontrò e sposò Stokley Carmichael, un esule dagli USA e tra gli ispiratori dell’ala armata dei Black Panthers.
Lasceremo Dalaba seguendo il versante meridionale del massiccio per raggiungere Mamou, cittadina commerciale con un interessante mercato.
Giorni 6 e 7: MASCHERE NELLA FORESTA – Guinea Conakry e Sierra Leone
Una pista appena visibile ci condurrà al confine con la Sierra Leone. In questa regione, se fortunati, assisteremo all’uscita di maschere, qui chiamate Diavoli. Il giorno successivo arriveremo in serata a Freetown.
Giorno 8: LA PENISOLA DI FREETOWN – Sierra Leone
Le origini di Freetown: nel 1786 i primi 380 schiavi liberati arrivarono in Sierra Leone dall’America dove avevano combattuto nella guerra di indipendenza dalla parte degli inglesi. Dopo aver perso la guerra gli inglesi decisero di organizzare il loro ritorno nel continente africano e crearono i primi insediamenti di schiavi liberati. Pochi mesi dopo il loro arrivo, i nuovi arrivati soffrivano già la fame per la scarsa conoscenza dei terreni, per le sementi che avevano portato che non si adattavano al clima, ma anche per nuove e sconosciute malattie. Gli indigeni li combattevano considerandoli degli invasori. Tutto ciò ha portato questi coloni neri allo stremo. Dopo pochi anni, durante una guerra napoleonica, Freetown, che batteva bandiera inglese, fu attaccata da sette navi della marina francese e distrutta. I pochi sopravvissuti fuggirono su piroghe inviate in loro soccorso dai mercanti di schiavi. Nel 1807, grazie alla proibizione ed all’abolizione della tratta degli schiavi da parte dell’Impero britannico, le navi dei negrieri venivano catturate dalla marina britannica che inviava gli schiavi liberati in Sierra Leone. Nel 1808 Freetown divenne la capitale della prima colonia britannica nell’Africa tropicale. A quel tempo i Krio, o ex schiavi, erano più di 50.000 ed esercitarono pressioni sull’amministrazione coloniale per una migliore istruzione. Nel 1845 fu costruita la Fourah Bay, la prima università dell’Africa Occidentale. Durante il periodo coloniale, Freetown era conosciuta come l’Atene dell’Africa Occidentale. Percorrendo la costa alle pendici delle montagne della penisola di Freetown, solo il giallo delle spiagge divide il verde della lussureggiante vegetazione dal blu dell’oceano. Il paese prende il nome da queste montagne, le montagne dei leoni.
Una barca locale ci porterà a Banana Island.
Giorno 9: BANANA ISLAND – Sierra Leone
L’intera giornata sarà dedicata a circumnavigare, esplorare, camminare e scoprire questa isola incontaminata, con le sue montagne immerse nella foresta primaria, i suoi villaggi e le sue minuscole spiagge. Per i più avventurosi sarà possibile prevedere una mezza giornata a piedi per esplorare la foresta oppure continuare la circumnavigazione dell’isola. Per pranzo organizzeremo un picnic.
Giorno 10: LE MASCHERE FEMMINILI BUNDO – Sierra Leone
Effettueremo una breve navigazione, per raggiungere i nostri veicoli e partire in direzione nord-est.
Nella maggior parte dell’Africa, le maschere sono una prerogativa maschile. Tuttavia, tra le popolazioni Mende, le maschere Bundo sono un patrimonio femminile e hanno un ruolo cruciale nei riti di iniziazione delle ragazze. In un piccolo villaggio assisteremo all’uscita di queste maschere, un evento che attira la partecipazione di una folla colorata.
Giorno 11: DIAMANTI GREZZI – Sierra Leone e Liberia
La ricerca dei diamanti crea dipendenza almeno quanto il gioco d’azzardo. La possibilità di trovare una fortuna diventa realtà solo per pochi. I diamanti hanno avuto un ruolo importante nella recente travagliata storia del paese. La quantità e la qualità delle pietre ancora da estrarre risulta rilevante.
Seguiremo un sentiero che ci porterà ad un villaggio di capanne di argilla e paglia, Dopo aver ottenuto il permesso dal capo villaggio, verremo accompagnati al sito dove potremo incontrare i cercatori di diamanti e dove ci verranno spiegate le tecniche di estrazione artigianale ed il lavaggio con la sabbia
Una spettacolare strada nella foresta ci porterà al fiume Mano, ai confini con la Liberia. Dopo le formalità di frontiera raggiungeremo Monrovia in serata.
Giorno 12: LIBERIA: LA TERRA DEGLI UOMINI LIBERI – Liberia
La Liberia è l’unico paese africano a non essere mai stato né una colonia né un protettorato. La Liberia fu fondata dai Krio, gli schiavi liberati di ritorno dagli Stati Uniti e da queste origini deriva il nome Liberia. I Krio rappresentano il 5% della popolazione, ma sono i principali attori politici ed economici del Paese. Sono considerati i padri della nazione e della sua economia moderna. L’80% della popolazione parla la lingua Krio, un idioma semplificato, nato dall’incrocio di lingue diverse (principalmente tra una europea ed una indigena dell’Africa, in questo caso fra l’inglese americano e le lingue locali).
Il nostro hotel è il miglior punto di partenza per visitare a piedi il centro della città. La massoneria ha avuto un grande impatto sulla storia della Liberia e della cultura Krio. Visiteremo il maestoso tempio massonico per essere ricevuti, con un po’ di fortuna, dal Gran Maestro che ci racconterà l’importante ruolo delle logge massoniche nello sviluppo di questo particolare Paese. Un simbolo di Monrovia è ciò che resta del Ducor Palace Hotel. Inaugurato nel 1960, fu uno dei primi hotel cinque stelle in Africa. Situato su una collina rocciosa nel punto più alto di Monrovia, domina l’intera città e il golfo. L’hotel ha ospitato gli eventi sociali dell’élite africana dei primi decenni dell’indipendenza. Nella grande piscina di fronte all’oceano Idi Amin era solito nuotare con la pistola alla cintura mentre la sua amica Miriam Makeba cantava per lui. Con la guerra civile l’edificio è stato saccheggiato più volte: l’hotel è ora abbandonato e chiuso. Ma, trovando il contatto giusto, potremo essere in grado di visitarlo. Nel 2008 il governo ha stretto un accordo con Gheddafi per ricostruire questo hotel. Tuttavia, con la morte di Gheddafi il progetto, come molti altri progetti di sviluppo libici, non è mai giunto a conclusione. L’edificio del Museo Nazionale è un esempio di architettura tradizionale dei Krio. All’interno scopriremo una grande collezione di maschere e oggetti rituali e una permanente fotografica sulla lunga guerra civile svoltasi fra il 1989 e il 2003. Vecchi edifici coloniali e chiese di pietra in stile Krio sono protagonisti di questa coinvolgente visita della città. Pranzeremo e partiremo per Gbarnga.
Giorno 13: LE GRANDI FORESTE – Liberia e Guinea Conakry
Partiremo in mattinata per una giornata di viaggio verso la parte settentrionale della Liberia e verso la più grande regione di foreste della Guinea Conakry. Superato il confine attraverseremo estese piantagioni di albero della gomma (hevea), per raggiungere Nzerekore e Macenta, in un paesaggio collinare e rigoglioso. Dopo cena, usciremo dall’hotel per partecipare a una danza spettacolare: le maschere lasceranno la foresta per danzare alla luce di un grande fuoco….
Giorno 14: UOMINI UCCELLO E PONTE DI LIANE – Guinea Conakry
Una minuscola pista nella lussureggiante vegetazione ci condurrà ad un villaggio isolato per assistere ad una delle più spettacolari e sconosciute danze sacre delle foreste dell’Africa Occidentale: la danza degli uomini-uccello.
Siamo fieri di essere gli scopritori degli uomini-uccello, che, con il volto dipinto in caolino e il corpo coperto di piume, appartengono a una società segreta caratterizzata da una particolare iniziazione tramandata di padre in figlio.
Ritenuti detentori di poteri magici che possono renderli invisibili, gli uomini-uccello sono i migliori messaggeri durante le guerre tribali, poiché capaci di attraversare le linee nemiche senza venire intercettati. Tutto il villaggio partecipa allo spettacolo dove si esibiscono suonatori di tam-tam.
Questa regione nasconde più di un segreto. Tra questi, i ponti di liane sono un capolavoro di tecnologia tribale e possono misurare oltre 70 metri di lunghezza. Questi ponti sono costruiti esclusivamente con materiali naturali, come legno e liane, senza l’uso di chiodi o corde né altre componenti estranee alla foresta. Solo gli iniziati possono raccogliere le liane e il legno per deporlo nella foresta, dove deve essere costruito il ponte. Si crede, infatti, che un potente spirito costruisca il ponte in una sola notte. Arriveremo a Nzerekore dopo una giornata intensa.
Giorni 15 e 16: FRONTIERE NELLA FORESTA E MASCHERE DAN – Guinea Conakry e Costa d’Avorio
Partiremo in mattinata da Nzérékoré. Proseguiremo verso il confine con la Costa d’Avorio.
Quando vedremo il monte Tonkpi sapremo di essere vicini alla nostra destinazione. La cittadina di Man, circondata da 18 montagne verdi, è la capitale dei gruppi etnici We, Dan e Guéré, noti per le loro maschere considerate tra i capolavori dell’arte africana. Arrivo in un confortevole hotel che sarà la nostra base due notti.
L’intera giornata sarà dedicata alla scoperta della regione di Man. In un piccolo villaggio, incoraggiate dal ritmo incessante dei tam-tam, le maschere lasceranno la foresta sacra. Nella cosmogonia del popolo Dan, esiste un dio creatore che comunica con gli esseri umani solo attraverso i suoi intermediari: le maschere. Durante la danza delle maschere, la distanza tra il mondo umano e quello spirituale scompare, gli ordini cosmici e sociali vengono ripristinati e gratitudine viene espressa agli dèi e agli antenati. Le maschere Dan sono tra le più raffinate maschere tribali africane, grazie al delicato equilibrio di forme che simboleggiano la bellezza.
L’importante mercato di Man è frequentato anche dagli abitanti dei paesi limitrofi. È possibile trovare un’ampia varietà di artigianato e, con un po’ di fortuna, autentiche maschere ed oggetti rituali.
Rientreremo a Man per cenare e pernottare.
Giorno 17: TRADIZIONI MAGICHE – Costa d’Avorio
L’intera giornata verrà dedicata a scoprire la cultura tribale e le tradizioni magiche.
Veicoli 4X4 saranno necessari per raggiungere una remota regione dove l’arrivo degli stranieri è ancora un evento raro. La pista attraverso rudimentali ponti fatti di tronchi ci condurrà ad un isolato insediamento abitato dai Gueré le cui maschere sono riconosciute e collezionate per la loro potente forza espressiva. Le maschere danzeranno per il villaggio.
Se siamo fortunati potremo assistere alla rara performance dei Jongleurs, un’antica tradizione che sta scomparendo. Le ragazze iniziate, con il viso dipinto di caolino bianco, si esibiranno in una spettacolare danza acrobatica, “volando” da un danzatore all’altro. Torneremo sulla strada principale per raggiungere la cittadina di Daloa in serata.
Giorno 18: UNA CATTEDRALE NELLA SAVANA – Costa d’Avorio
Oggi avremo una giornata di trasferimento in direzione sud-est, attraverso piantagioni di caffè e cacao. La Costa d’Avorio è il principale produttore di cacao, il secondo è il Ghana ed insieme rappresentano più della metà della produzione mondiale. In un minuscolo villaggio di etnia Guro assisteremo alla danza tradizionale delle maschere Zaouli. Le maschere Zaouli si dice siano ispirate a una ragazza di nome “Djela Lou Zaouli”. Tuttavia, le storie sulle origini sono varie ed ogni maschera può avere la propria storia. L’unicità della danza Zaouli è il movimento raffinato delle gambe e dell’incedere.
Arriveremo nel pomeriggio a Yamoussoukro, villaggio natale di Houphouët-Boigny, primo presidente della Costa d’Avorio indipendente e capitale del Paese dal 1983. Qui, il sogno ivoriano degli anni ‘70 e ‘80 si è fatto realtà. Il sogno di un paese che, seppur privo di importanti risorse naturali, è riuscito a creare la più florida economia dell’Africa francofona, al punto da rivaleggiare in stile architettonico e dimensioni con le capitali europee.
Visiteremo la Basilica di Nostra Signora della Pace, una copia più ampia di San Pietro a Roma ed il più grande edificio cristiano al mondo. I marmi e le vetrate che caratterizzano la chiesa la rendono un monumento simbolo della storia contemporanea del Paese. Girovagando tra gli immensi boulevard poco trafficati del centro, tra le buche nell’asfalto e qualche gallina in mezzo alla strada, altri aspetti caratteristici ci colpiranno: giganteschi palazzi del governo, un hotel di 14 piani, e persino un laghetto artificiale abitato da coccodrilli, il tutto in uno stato di grande abbandono. Quello che più impressiona è la sensazione di vuoto per il nulla che circonda questa illusione… Nonostante il titolo di capitale, i ministeri, le ambasciate e la stessa presidenza della repubblica sono rimasti ad Abidjan.
Giorno 19: ABIDJAN, GRATTACIELI E LAGUNE – Costa d’Avorio
Partenza per Abidjan che raggiungeremo in tarda mattinata percorrendo l’unica autostrada del paese. Guardando oltre la laguna, vedremo il “Plateau” (il distretto amministrativo ed economico) che si sta sviluppando molto velocemente e verticalmente con i suoi grandi edifici moderni ed i grattacieli, a differenza delle altre città africane che si sviluppano in senso orizzontale. Non c’è molta terra disponibile e la poca presente deve essere continuamente riconquistata dalle acque della laguna Ebrié. Il “Plateau” è circoscritto a ovest dal porto e dalla folla che attende il traghetto e a est dalla silhouette della moderna cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, realizzata in uno spirito avveniristico dall’architetto italiano Aldo Spirito nel 1980.
Nel quartiere di Youpugon incontreremo i Fanico che lavano i vestiti nel fiume e li asciugano sui prati circostanti. Centinaia di tessuti colorati stesi sull’erba creano un gigantesco patchwork.
Il traffico caotico è un risultato negativo del rapido sviluppo economico di questo Paese, che -dopo la guerra civile- ha raggiunto, in alcuni anni, una crescita del 6% del PIL.
Giorno 20: GRAND BASSAM – Costa d’Avorio
Partiremo per Grand Bassam: la cittadella costruita su una striscia di sabbia fra lagune e oceano. Grand Bassam ha conservato gli edifici coloniali del tempo in cui fu la prima capitale di questa colonia. Recentemente, vista la prossimità con la capitale, si è trasformata in luogo di villeggiatura marittima per gli abitanti di Abidjan. La città vecchia offre un’atmosfera particolare: viali poco trafficati ombreggiati da alti alberi, enormi buganvillea ed edifici in bello stile coloniale, come il vecchio palazzo delle poste, gioiello dell’architettura francese di quell’epoca, il Museo dei Costumi nell’ex Palazzo del Governatore… La collezione unica di costumi tribali, maschere, ornamenti e fotografie d’epoca, ci regalerà uno sguardo interessante sulla storia e la cultura del Paese. Terminata la visita, proseguiremo in direzione est fino alla cittadina di Aboisso.
Giorno 21: DALLA COSTA D’AVORIO ALLA COSTA D’ORO – Costa d’Avorio e Ghana
Partenza mattutina per raggiungere il confine con il Ghana. Ad Axim visiteremo il forte St. Antony costruito dai portoghesi nel 1515 vicino all’ estuario del fiume Ankobra, in una regione ricca di oro. Sin dal tempo dei primi navigatori portoghesi, che scoprirono la regione nel XV secolo, il nome di questo litorale fu Costa d’Oro che fu cambiato in Ghana all’epoca dell’indipendenza. La costa del Ghana è unica in tutta l’Africa per la concentrazione di antichi castelli e fortezze: per tre secoli gli europei costruirono più di 80 fortificazioni per commerciare oro, avorio e schiavi.
Giorno 22: L’ATMOSFERA UNICA DI ELMINA – Ghana
L’intera giornata verrà dedicata alla scoperta degli antichi castelli della tratta e di alcuni santuari animisti e sincretici.
Dopo una sosta a Cape Coast, visiteremo il castello di Elmina, l’edificio europeo più antico e grande dell’Africa sub-sahariana. Elmina: un nome legato alla storia dell’Africa, ma anche alla storia di tutta l’umanità. Nel 1482 Cristoforo Colombo e Bartolomeo Diaz approdarono qui con dodici caravelle per costruire un castello sotto l’autorità portoghese. Il sito fu scelto tenendo anche in considerazione la possibilità di acquisto della polvere d’oro. Così ebbe inizio la storia d’Elmina: un castello, un porto, un villaggio, che oggi festeggiano il record di oltre cinque secoli di continui contatti e commerci tra africani ed europei. Il castello che si visita oggi è il risultato dei lavori realizzati nei secoli da portoghesi, olandesi, inglesi e autorità locali. Nel corso della sua storia è stato utilizzato inizialmente come fattoria fortificata per rifornire di verdure, frutta e cibo fresco le navi che facevano rotta lungo la via delle Indie, ma nello stesso tempo come base per l’acquisto della polvere d’oro, dell’avorio, e dei legnami pregiati. Nel XVIII secolo il castello raggiunse la sua estensione attuale quando divenne uno dei principali centri di raccolta degli schiavi da inviare nelle Americhe. Oggi è riconosciuto Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. La cittadina di Elmina è un tipico porto di pesca con centinaia di grandi piroghe colorate che affrontano l’oceano quotidianamente. I vicoli di quest’antico villaggio di pescatori ci faranno respirare un’atmosfera vivace ed unica. Le antiche costruzioni portoghesi, olandesi, inglesi, oggi abitate dai locali, si affiancano ai templi delle Compagnie Asafo, in cui i guerrieri offrono ancora sacrifici e libagioni. I vicoli della città vecchia hanno un’atmosfera unica, che ci riporterà a un’epoca precedente all’età coloniale, quando Elmina era il principale luogo di scambio tra l’Europa e l’Africa subsahariana.
Giorno 23: ASHANTI – Ghana
In tarda mattinata arriveremo a Kumasi, capitale storica e spirituale dell’antico Regno Ashanti, uno dei regni più potenti dell’Africa fino alla fine del XIX sec., quando gli Inglesi decisero di annetterlo alla loro colonia chiamata Costa d’Oro.
Gli onori ancora oggi resi all’Asantehene (il Re) testimoniano il passato splendore e la potenza Ashanti. Oggi Kumasi, con più di tre milioni di abitanti, è una spumeggiante città con un fantastico mercato centrale, uno dei più grandi d’Africa. Ogni tipo di manufatto Ashanti (pelletteria, ceramiche, tessuti kente & adinkra) si trova qui, insieme a quasi tutti i tipi di frutta tropicale e verdura
Visiteremo inizialmente il centro culturale Ashanti che possiede una ricca collezione di manufatti collocati all’interno della riproduzione di una casa tradizionale. Nel pomeriggio, se possibile, assisteremo ai “funerali ashanti”, che in realtà sono delle celebrazioni festose. Questi rituali sono celebrati mesi o anni dopo il decesso per permettere allo spirito del defunto di ritornare con lo status di antenato e divenire protettore di tutto il clan, in una gioiosa festa di ricongiungimento.
Giorno 24: ACCRA, “LA CAPITALE” – Ghana
Arriveremo ad Accra nel primo pomeriggio. Grande città africana, in rapida evoluzione, Accra ha saputo conservare un’identità che si riflette sia nei quartieri moderni sia in quelli più vecchi, dove si moltiplicano le attività tradizionali. Di fronte all’oceano brulica la vita dei quartieri autoctoni, come James Town, ovvero l’insediamento originale della capitale, abitato dalla popolazione Ga. Ne godremo l’atmosfera e visiteremo le testimonianze del periodo della tratta.
Oltre Osu, sede del palazzo presidenziale, si trova il quartiere dove abitano i fabbricanti di sarcofagi, dalle forme “fantasy”. Con estro, questi artigiani creano bare a forma di frutti, pesci, aerei, animali… I bizzarri manufatti, oltre ad essere apprezzati localmente, sono esposti in prestigiosi musei e gallerie internazionali.
Sarà possibile organizzare la serata in uno dei club musicali più tipici della città (opzionale).
Ceneremo e pernotteremo nella città di Osu.
Giorno 25: LOME: LA CAPITALE COSMOPOLITA ED A MISURA D’UOMO – Ghana e Togo
In mattinata raggiungeremo la frontiera con il Togo. Lomé, vibrante capitale del Togo, è l’unica città africana ad aver subito consecutivamente le influenze coloniali tedesche, inglesi e francesi ed aver attirato un’importante comunità di commercianti provenienti da diversi paesi africani e dal Brasile; nonché una delle poche capitali al mondo situata al confine con un’altra nazione. Questa storia di influenze variegate ha creato un’identità unica che si riflette nello stile di vita e nell’architettura della città. Lomé è il punto di incrocio di persone, culture e commerci che la rende una città cosmopolita dalle dimensioni umane. Scopriremo: il mercato centrale con le “Nana Benz”, donne mercanti che hanno concentrato nelle loro mani il commercio dei “pagne” (tessuti che vengono venduti in tutta l’Africa); gli edifici coloniali del quartiere amministrativo; il mercato dei feticci più grande d’Africa con un eclettico assortimento di amuleti. Lomé è anche un importante centro di scambio per l’artigianato e l’arte tribale.
Opzionale: sarà possibile passare la serata in uno dei club musicali più tipici della città.
Giorno 26: VUDÙ – Togo e Benin
Il Vudù è originario delle regioni costiere di Togo e Benin ed è sbarcato nei Caraibi e nelle Americhe durante la tratta negriera. Il Vudù è la religione animista tramandata dagli antenati ed ancora ferventemente praticata da queste genti. Oggi conta circa settanta milioni di adepti nel mondo, principalmente in Africa e nelle Americhe.
Nei villaggi le cerimonie Vudù fanno parte della vita quotidiana. Al ritmo sempre più ipnotico dei tam-tam, accompagnati da canti incantatori, alcuni danzatori cadranno in profonda trance: occhi riversi, tensione muscolare, insensibilità al dolore o al fuoco, movimenti convulsi che imitano quelli di un animale. Sakpata, Heviosso, Mami Water e altre divinità Vudù prendono possesso del corpo dei loro adepti per manifestarsi. Circondati dall’atmosfera magica della cerimonia, capiremo cosa intende la gente del posto quando dice: “Nelle vostre Chiese pregate Dio; nel nostro santuario Vudù diventiamo Dei!”.
Attraverseremo il confine con il Benin e arriveremo nella cittadina di Grand Popo.
Giorno 27: OUIDAH, CULTURA AFRO-BRASILIANA – Benin
Tra lagune e oceano, scopriremo il culto degli adepti di Zangbeto.
Grande maschera di paglia colorata, Zangbeto rappresenta gli spiriti non umani, le forze della natura e della notte che hanno abitato la terra prima dell’uomo. I portatori delle maschere, appartengono a una società segreta e la loro identità è sconosciuta ai non iniziati.
L’uscita di Zangbeto è una gran festa per il villaggio, che si propizia la protezione degli spiriti e tiene lontane le presenze minacciose. Il roteare della maschera simboleggia la purificazione che Zangbeto produce nel villaggio e la realizzazione di “miracoli” garantisce che la sua presenza onnipotente sia davvero efficace.
Raggiungeremo in auto Ouidah. Ouidah è considerata la capitale del Vudù africano. In questa città, antico punto di imbarco del traffico negriero dalle rare architetture afrobrasiliane, coabitano uno di fronte all’altro, in perfetto sincretismo, il tempio dei pitoni e la cattedrale cattolica. La lentezza dei personaggi inondati dal sole, il frangersi lontano delle onde sulla spiaggia, il ritmo dei tamburi sembrano riportare l’eco mormorante delle colonne di schiavi imbarcati da queste spiagge. Un’atmosfera fuori dal tempo, perfettamente descritta da Chatwin nel suo libro «Il viceré di Ouidah». A piedi visitiamo il Tempio dei Pitoni e il Forte portoghese (attualmente in restauro), ora un piccolo ma interessante museo sulla storia di Ouidah, sulla tratta transatlantico degli schiavi e sui collegamenti che questo commercio ha creato tra i paesi del Golfo di Guinea e i Caraibi.
Giorno 28: IL VILLAGGIO PALAFITTICOLO – Benin
Percorreremo decine di chilometri sulle tracce dei pescatori, tra il giallo infinito delle spiagge, il verde delle palme da cocco, le capanne di paglia e le grandi piroghe colorate. Una barca a motore ci permetterà di attraversare il Lago Nokwe e raggiungere Ganvie, il più vasto villaggio africano su palafitte. Gli abitanti dell’etnia Tofinou costruiscono le loro capanne di legno su pali di teck. La pesca è l’attività principale di queste genti il cui isolamento ha permesso di conservare abitudini e metodi di pesca arcaici. Sulle piroghe si scandisce la vita quotidiana. È con la piroga che gli uomini vanno a pesca, sulla piroga le donne espongono le merci al mercato galleggiante ed i bimbi giocano.
Camere per uso diurno saranno a disposizione prima di recarsi in aeroporto.
Siamo giunti alla fine di questa grande spedizione e dei servizi offerti da Transafrica.
SU RICHIESTA: ESTENSIONE ALL’ARCIPELAGO DELLE BIJAGOS
Per completare la spedizione possiamo organizzare, su richiesta, un’estensione all’arcipelago delle Bijagos, prima della partenza, da Bissau. L’arcipelago, composto da 88 tra isole e isolotti, si trova a circa 40 miglia dalla costa e rappresenta un gioiello geografico per la natura e per la ricchezza culturale
SU RICHIESTA: ESTENSIONE A LAGOS, NIGERIA
Per completare la spedizione possiamo organizzare, su richiesta, un’estensione alla capitale nigeriana: navigazione in barca veloce per raggiungere Lagos attraverso la laguna. Con i suoi 21 milioni di abitanti, Lagos è la più grande metropoli a sud del Sahara, un formidabile melting-pot dell’Africa contemporanea.
CAPO-SPEDIZIONE: con una lunga esperienza in Africa Occidentale e la conoscenza delle regioni e delle culture locali, assistito da guide locali.
ITINERARIO: Questo itinerario è una spedizione; i partecipanti devono essere flessibili e pronti a godersi gli incontri unici, ma anche alcune situazioni inaspettate che fanno parte dell'”esperienza africana”.
TRASPORTI: una grande varietà di paesaggi, culture e natura va di pari passo con la scelta di diversi mezzi di trasporto, ognuno dei quali è il migliore per scoprire e godere di ogni diverso ambiente.
Via terra: per la maggior parte dell’itinerario sui sentieri e nelle foreste, viaggeremo in veicoli 4WD con aria condizionata, mentre su alcune strade asfaltate viaggeremo in minibus con aria condizionata.
Sull’acqua: barca dei pescatori per Banana Island, chiatte per attraversare i fiumi nelle foreste.
VACCINAZIONI:
Febbre gialla: obbligatoria.
Colera: non richiesta al momento della redazione di questo itinerario, per favore controllate prima della partenza.
Malaria: profilassi altamente consigliata
VISTI:
Gambia: Alcune nazionalità non hanno bisogno di un visto, altre possono ottenerlo alla frontiera, altre ancora devono ottenere una lettera di invito, vi preghiamo di contattarci in anticipo.
Guinea Bissau: È richiesto un visto ad ingresso singolo; possiamo ottenere il visto all’arrivo in aeroporto. Vi preghiamo di informarci in anticipo.
Guinea Conakry: necessario un visto a doppio ingresso.
Visto elettronico: https://www.paf.gov.gn/dnpaf/?page_id=335&lang=en
Sierra Leone: il visto si ottiene in ingresso (costo: 100 Euro). Per favore comunicatecelo in anticipo.
Liberia, Costa d’Avorio: È richiesto un visto ad ingresso singolo. Il visto elettronico della Costa d’Avorio non è valido per entrare nel paese via terra, si necessita un visto emesso dall’ambasciata.
Ghana: richiesto visto ad ingresso singolo; il visto è rilasciato unicamente dall’ambasciata del Ghana competente per il paese di residenza.
Togo: visto elettronico: https://voyage.gouv.tg/
Benin: visto elettronico: www.evisa.gouv.bj/en/
Estensione in Nigeria: richiesto visto ad ingresso singolo, il visto è rilasciato unicamente dall’ambasciata della Nigeria competente per il paese di residenza.
PASTI:
Pranzi: pasti freddi (picnic) o ristoranti.
Cene: negli hotel si può gustare una grande varietà di specialità. Pasti vegetariani o specifici sono disponibili su richiesta, contattandoci in anticipo.
HOTEL: scelti con cura. Hotel 4 stelle nelle capitali e i migliori disponibili nell’interno dei singoli Paesi, sempre con camere climatizzate e bagno. Un campo tendato sull’isola di Banana in Sierra Leone. A causa della possibile mancanza di disponibilità di camere in alcuni hotel, l’accompagnatore potrebbe dover sostituire gli alberghi con altri il più possibile simili.
BAGAGLIO: per la natura dell’itinerario (ricordate le navigazioni in barca ed i campi tendati), si prega di limitare il bagaglio personale a 20 kg, si consiglia di utilizzare bagagli morbidi.
ASSICURAZIONE: obbligatoria per l’assistenza medica (sanità), il rimpatrio, i danni fisici e materiali.
TransAfrica non sarà responsabile di eventuali danni materiali e fisici durante o in conseguenza del tour.
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N.B.: L’itinerario è pensato per vivere luoghi affascinanti dove gli stranieri arrivano raramente. Occorre essere tolleranti e flessibili per apprezzare appieno la natura e la fauna selvatica uniche, l’ospitalità spontanea delle popolazioni locali, la magia e il mistero africani, la metafisica, le cerimonie, le filosofie di vita e le credenze religiose che le persone sono disposte a condividere con noi.
Gli itinerari, le visite, i pernottamenti e le sistemazioni sono soggetti a modifiche, miglioramenti e adattamenti dovuti a: alle maree, ad esperienze recenti e notizie sul campo, cause di forza maggiore. I cambiamenti sono decisi dall’organizzatore. Non siamo responsabili di eventuali ritardi e cancellazioni dovuti a condizioni esterne.