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2023 – NEL CUORE DELL’AFRICA OCCIDENTALE, 13 giorni: Costa d’Avorio

2023 – NEL CUORE DELL’AFRICA OCCIDENTALE, 13 giorni: Costa d’Avorio

Giorni:
13
Tipo di viaggio:
Scoperta
Gruppo Internazionale
Gruppo:
Da 2 a 16 Partecipanti
PREZZO per persona:
- GRUPPO DI 6 O PIU' PARTECIPANTI: 3378 €
- Gruppo di 2/5 partecipanti: 4377 €
- Supplemento camera singola: 588 €
GUIDA: parlante Italiano, Inglese, Francese, Tedesco
Deposito al momento della prenotazione:

1.313,00

L'acconto è inteso come 30% del totale. Per maggiori informazioni, puoi visionare la nostra informativa.

COSTA D’AVORIO

Un viaggio in un Paese che solo da poco è tornato accessibile ai viaggiatori.
Un itinerario per veri “pionieri” che vogliono scoprire un’Africa sfaccettata: dai ponti di liana alle cattedrali, dalle maschere colorate alle danze di iniziazione, animali sacri totemici e regni tribali. Dai tradizionali villaggi di cacciatori allo skyline di Abidjan, dalle foreste alle savane, per concludere sulle spiagge selvagge dell’Oceano.

PARTENZE:

28 Dicembre 2023

PREZZO DA: 3378 €

Sconto:
Data Partenza:
  • 28 Dicembre 2023 - 9 Gennaio 2024
Totale: 1313

Offerta Speciale

Descrizione

COSTA D’AVORIO

Un viaggio in un Paese che solo da poco è tornato accessibile ai viaggiatori.
Un itinerario per veri “pionieri” che vogliono scoprire un’Africa sfaccettata: dai ponti di liana alle cattedrali, dalle maschere colorate alle danze di iniziazione, animali sacri totemici e regni tribali.
Dai tradizionali villaggi di cacciatori allo skyline di Abidjan, dalle foreste alle savane, per concludere sulle spiagge selvagge dell’Oceano.
Ogni giorno è ricco di sorprese e vi porterà alla scoperta di cerimonie genuine, vibranti e colorate.
Per viaggiatori che cercano un viaggio senza filtri in Africa, senza lunghe ore di guida.

GIORNO 1: ABIDJAN
Arrivo ad Abidjan e trasferimento all’hotel.

GIORNO 2: I REGNI NELLA FORESTA
Partiamo per la regione al confine con il Ghana.
L’origine della monarchia Anyi risale alla tradizione del gruppo etnico degli Akan che vive nel sud-ovest del Ghana e nel sud-est della Costa d’Avorio. Gli Akan condividono con il famoso regno degli Ashanti del Ghana uno stile di vita legato al benessere della foresta e al culto dei re. Al palazzo reale incontriamo alcuni anziani membri della nobiltà, vestiti secondo gli usi tradizionali delle cerimonie, ed il sacerdote incaricato del feticcio che protegge il trono. Questa speciale opportunità ci consente di capire la storia della regione e il ruolo dei re in una repubblica moderna. Se disponibile, lo stesso re ci riceve.
Più tardi, incontriamo la comunità delle Komian, e, con un po’ di fortuna, potremmo assistere alla loro danza divinatoria. Gli Akan della Costa d’Avorio usano la parola “Komian” per riferirsi allo stato di trance, cioè a quel particolare stato in cui si viene posseduti dallo spirito. Lo stesso termine può essere utilizzato anche per le persone, intendendo quelle persone, nella maggior parte dei casi donne, che sono state iniziate per comunicare con il mondo degli spiriti attraverso diverse vie divinatorie allo scopo di risolvere problemi complessi. Davanti all’interlocutore, ad alcuni membri della famiglia ed alla folla curiosa, accompagnate dal ritmo dei tam-tam, le Komian si esibiscono in una danza rituale fino a raggiungere uno stato di trance: lo spirito si manifesta all’”apertura della bocca” svelando la natura del problema e il modo per superarlo.

GIORNO 3: UNA BASILICA NELLA SAVANA
Nel pomeriggio arriviamo a Yamoussoukro, villaggio natale di Houphouet-Boigny, primo presidente della Costa d’Avorio indipendente, e dal 1983 capitale del paese. Qui il sogno ivoriano degli anni ‘70 e ‘80 si è fatto realtà, il sogno di un paese che pur non avendo grosse risorse naturali è riuscito a produrre ricchezza a tal punto da rivaleggiare in stile architettonico ed in dimensioni con le capitali europee. Con la morte di Houphouët-Boigny, la città di Yamoussoukro è rimasta la capitale ufficiale, tuttavia il presidente, i ministeri, il governo e l’amministrazione si trovano oggi ad Abidjan. Dopo un periodo di crisi degenerato in una lunga guerra civile, la Costa d’Avorio ha ritrovato pace e stabilità e ha raggiunto una delle crescite economiche più rapide dell’Africa.
Erede del boom economico degli anni ’80 è la Basilica di Notre Dame de la Paix (Nostra Signora della Pace). Secondo il Guinness dei primati del 1989, la sua larghezza di 150 m. ne ha fatto il più grande edificio religioso cristiano del mondo (San Pietro a Roma vanta solo 115 m. di larghezza) e con i suoi 7.763 metri quadrati di vetrate, vanta anche la sezione di vetrate più grande del mondo. La sua architettura è stata ispirata dalla Basilica di San Pietro a Roma.
Girovagando tra gli immensi boulevard per nulla trafficati del centro, tra buche nell’asfalto e qualche gallina in mezzo alla strada, attirano la nostra attenzione i giganteschi palazzi del governo, hotel alti 14 piani, enormi scuole e persino un laghetto artificiale abitato da caimani. Ma quello che più colpisce la nostra immaginazione è la sensazione di vuoto per il nulla che circonda questa illusione…

GIORNO 4: IL LIGNAGGIO AKAN
Incontriamo l’etnia Baulè del lignaggio Akan, originari del Ghana. I Baulè hanno in comune con i loro cugini del Ghana un complesso sistema gerarchico, ma hanno arricchito le loro tradizioni culturali prendendo spunto dalle popolazioni vicine. Questa commistione culturale ha riflessi nel loro artigianato: raffinate statue che rappresentano il mondo degli spiriti, pulegge scolpite per telai e bellissime maschere.
Nella regione di Bouaké, lambendo la regione di Daloa, assistiamo alla danza delle maschere Zaouli. Si narra che la maschera Zaouli sia nata negli anni Cinquanta del Novecento e che sia ispirata a una ragazza di nome Djela Lou Zaouli. Tuttavia, le storie sulle origini delle maschere sono sempre diverse ed ogni maschera può avere una propria storia simbolica.
Più tardi assistiamo alla danza della maschera Goli che può essere eseguita sia per intrattenere il villaggio sia per celebrare Il funerale di una persona di alto rango. I Baulè hanno adottato questo rituale dai loro vicini, la tribù Wan, dopo il 1900. I partecipanti cantano, ballano e bevono vino di palma.

GIORNO 5: NELLA SAVANA SENUFO
In mattinata guidiamo in direzione nord, vediamo il paesaggio cambiare gradualmente: da boscaglia ad aperta savana con grandi baobab.
La città di Korhogo è un passaggio obbligatorio per il viaggiatore che attraversa le regioni settentrionali del paese. La sua storia risale al XIII sec. E’ la capitale del popolo Senoufo, un’etnia che ha prodotto alcune delle più grandi opere d’arte dell’Africa, in quasi tutti i campi: scultura, tessitura, pittura e metallurgia. Visitiamo l’interessante mercato dell’artigianato per scoprire pregiate sculture in legno e tessuti che mostrano i tradizionali motivi Senufo. Sono questi modelli che hanno ispirato artisti moderni come Pablo Picasso, che si è anche recato personalmente nel paese dei Senufo per incontrare e scambiare esperienze con artisti locali. Visitiamo i loro villaggi che mantengono ancora oggi i segreti della produzione artigianale.
I Senoufo sono celebri anche per i loro complessi riti iniziatici. L’iniziazione dei ragazzi è chiamata Poro e richiede 21 anni per essere completata. E’ il passaggio dalla giovinezza all’età adulta e consiste nell’apprendimento dei segreti sociali e religiosi che trasformano un ragazzo in un vero uomo Senoufo, attraverso il superamento di alcune prove e l’esibizione in danze con maschere.
In serata arriviamo a Korhogo presso il nostro confortevole hotel dove passeremo due notti.

GIORNO 6: LA DANZA DELLA PANTERA E L’ETÁ DEL FERRO 
Ci dirigiamo verso uno sperduto villaggio al nord per osservare un’antica tecnica di fusione del ferro. Si tratta dell’unico esempio di metallurgia tradizionale ancora in uso in Africa, che ci riporterà ai tempi dell’Età del Ferro (preistoria e protostoria dell’Afro-Eurasia, epoca in cui il materiale dominante per la fabbricazione degli utensili era il ferro).
Il minerale proviene da miniere rudimentali, con pozzi profondi, e viene polverizzato manualmente su una macina. Il forno tradizionale, realizzato con mattoni di fango, prima di essere acceso, è caricato con strati di carbonella alternati a minerale di ferro. La fusione del ferro potrebbe essere stata praticata dai Nok della Nigeria a partire dal 1.000 A.C. La cultura Djenne-Djenno della valle del Niger in Mali dimostra evidenze di produzione del ferro a partire dal 250 A.C. Una volta caricata la fornace, possiamo allontanarci fino al mattino successivo, quando il materiale avrà raggiunto il punto di fusione. Le tecniche di fusione del ferro sono tenute segrete e vengono rivelate ai membri iniziati. Solo i nati all’interno di una famiglia di fabbri potranno conoscere i segreti di questa antica lavorazione e dopo un lungo apprendistato diventare a loro volta fabbri. Questi sono temuti come persone che possiedono oscuri poteri magici, sono in contatto con gli spiriti maligni, sono capaci di trasformare le pietre in ferro. Fondere significa trasformare una forma solida in liquida e trasformarla nuovamente in forma solida diversa. Padroni del fuoco, capaci di invocare gli spiriti della terra con i loro potenti martelli. A causa dei loro spaventosi poteri magici, i fabbri devono spesso stabilirsi fuori dai villaggi. Sono una casta potente e rispettata: la fabbricazione di armi e utensili in ferro ha permesso il successo nelle guerre, una maggiore efficienza nella caccia e lo sviluppo dell’agricoltura estensiva per il sostentamento di grandi centri urbani.
Torniamo a Korhogo. La più spettacolare danza della maschera Senufo è quella del Boloy, o danza della pantera, celebrata dai ragazzi iniziati di ritorno da un periodo di isolamento nella foresta sacra, a cui possiamo assistere la sera presso un villaggio.
Ritorno a Korhogo.

GIORNO 7: LA DANZA DELLE VERGINI
Al mattino ritorniamo al villaggio visitato ieri per vedere il risultato della fusione a cui abbiamo assistito. La base sigillata della fornace di argilla viene rotta per estrarre il fiore di ferro e il fabbro ne martella una parte. Successivamente, aiutandosi con un soffietto, riscalda la polvere metallica ottenuta fino a farla sciogliere in un crogiolo e la versa in uno stampo. Il metallo è successivamente riscaldato nuovamente e martellato sulla fucina fino alla forma richiesta, che alla fine viene levigata per eliminare le imperfezioni. Abbiamo assistito all’intero processo che porta alla creazione di un oggetto. La metallurgia del ferro tradizionale è un raro esempio di antica “tecnologia tribale”. Per più di 80 anni si credeva che questa tecnica fosse scomparsa… fino alla scoperta di questo villaggio!
Abbandoniamo la strada principale per scoprire il villaggio di Niofoin ed i suoi granai d’argilla decorati con simbolici bassorilievi. Ammiriamo la casa sacra dall’alto tetto a cono che presenta dipinti ed oggetti sacri dedicati ai culti animistici, ancora oggi praticati dai Senufo.
Proseguiamo la scoperta delle popolazioni locali incontrando gli inconfondibili nomadi Peul. Cappelli appuntiti, bastone a tracolla, sguardi fieri, una semplice borraccia intorno al collo, un machete tra le mani e sandali ai piedi. Questi nomadi non sembrano aver bisogno di nient’altro nel loro peregrinare alla ricerca d’acqua e pascoli per le loro mandrie. Sembrano venire dal nulla e dirigersi in altrettanti luoghi misteriosi. Sono i veri signori di queste lande sconfinate, abituati a resistere ed a godersi le semplici gioie del vivere in mezzo alla natura. Visitiamo alcuni loro villaggi dove incontriamo soprattutto donne e bambini. Le donne ci accolgono avvolte in bellissimi tessuti colorati, al collo ed intrecciati nei capelli diversi bijoux: ambre del baltico, perle di Boemia, antiche murrine veneziane si mischiano a pietre, bottoni e paccottiglie di plastica riversate sul mercato dai cinesi. Monili tutti diversi tra loro, ognuno con una storia e una provenienza diversa e lontana, proprio come le donne che le indossano, abituate a vivere di una transumanza quasi continua. Siamo i benvenuti a curiosare all’interno delle loro capanne tra sorrisi maliziosi, vecchie foto di famiglia, regali per la dote e meravigliose calebasse decorate…
Nel tardo pomeriggio assistiamo alla danza delle giovani vergini” chiamata Ngoro, che fa parte della iniziazione Poro  e viene eseguita dai Senufo. Le giovani iniziate trascorrono insieme mesi negli isolati boschi sacri dove apprendono i segreti sociali e religiosi che trasformano una ragazza in una vera Senoufo. Dopo sette anni c’è una grande festa per coloro che hanno concluso tutte le fasi dell’iniziazione, in particolare al termine della prima fase dell’iniziazione viene eseguita la danza delle ragazze vergini.

GIORNO 8: I GUERRIERI SACRI
Nei dintorni di Odienné vivono i Malinké, discendenti dell’antico impero del Mali. Tra i personaggi che hanno fatto la storia di queste tribù ricordiamo il guerriero Samory Touré, che proprio in queste regioni trovò grande sostegno contro l’avanzata dei coloni. Tra le fila dei suoi guerrieri si fecero notare i Dozo, la tribù dei cacciatori, per il coraggio dimostrato in battaglia e per il potere mistico ancora oggi tramandato nel corso di una lunga iniziazione. Per questa ragione, sebbene oggi non ci siano più battaglie da combattere, il rispetto riservato a questa casta non è diminuito. I Dozo sono considerati come una sorta di polizia locale, degli angeli custodi che sorvegliano i villaggi dai malintenzionati e fungono da mediatori in caso di litigi. Sono considerati anche grandi guaritori per le conoscenze esoteriche di piante ed animali.
Incontriamo i capi di questa tribù. Vestiti con gli abiti-feticcio in tessuto tradizionale bogolan e con il fucile coperto di amuleti, i cacciatori ci accompagnano in un’escursione a piedi nella savana per iniziarci al potere delle piante. Al ritmo sempre più incalzante dei tam-tam, si esibiranno in danze e dimostrazioni di resistenza al fuoco e ai coltelli.

GIORNO 9: MASCHERE ACROBATICHE
Giornata dedicata all’incontro con il popolo Yakuba, meglio noto come Dan. Visitiamo villaggi costruiti sul pendio di colline, caratterizzati da grandi capanne rotonde con tetti di paglia., alcune delle quali affrescate dalle donne durante i periodi cerimoniali. Al limitare del villaggio si trovano le diverse piantagioni. Tra i rami profumati del caffè ed ai piedi di un gigantesco iroko visitiamo una sorgente sacra dove i pesci gatto sono venerati come antenati tutelari. Presto gli echi dei tam-tam e le grida degli iniziati avvertono le maschere che è il momento di uscire dalla foresta sacra… la loro comparsa è un momento di emozione indimenticabile.
In seguito ci spostiamo verso sud. Quando in lontananza appare il monte Tonkpi con il suo caratteristico « dente » sappiamo di essere vicini alla nostra meta, la città di Man. La città, capoluogo delle popolazioni We e Guéré, si sviluppa ai piedi di 18 verdissime montagne.

GIORNO 10: I PONTI DI LIANE
Con veicoli 4×4 scopriamo la foresta pluviale che si estende fra la Costa d’Avorio e la Liberia, famosa per i suoi lunghi ponti di liane. Per le popolazioni locali l’origine di questi ponti è avvolta nel mistero. Sono costruiti segretamente da giovani iniziati, nel corso di una sola notte! Attraversarli non presenta grandi difficoltà se si rispettano i tabù imposti dalla tradizione.
In un piccolo villaggio a pochi chilometri di distanza, le maschere escono proprio dalla foresta, venendoci incontro. Nella cosmogonia del popolo Guéré esiste un dio creatore che comunica con gli esseri umani esclusivamente attraverso i suoi intermediari, le maschere appunto. Durante la danza la distanza tra il mondo degli uomini ed il mondo degli spiriti scompare, si ristabilisce l’ordine cosmico e la gratitudine è espressa agli dei ed agli antenati.

GIORNO 11: RITUALI NELLA FORESTA
Grazie ai nostri 4X4 partiamo alla scoperta della remota e boschiva regione che circonda Man, dove l’arrivo di stranieri è ancora un evento raro. La pista attraversa ponti in legno e ci conduce al più isolato insediamento abitato dai Gueré, dove spettacolari maschere segrete danzano per il villaggio.
Le percussioni annunciano le rare esibizioni dei “Jongleurs”, un’antica tradizione che sta scomparendo. Le ragazze iniziate, con il viso dipinto di caolino bianco, si esibiranno in una spettacolare danza acrobatica, “volando” da un danzatore all’altro, sfiorando coltelli appuntiti…
Alla fine di questa intensa giornata, prendiamo il volo per Abidjan.

GIORNO 12: GRATTACIELI E LAGUNE
Dedichiamo la giornata alla visita di Abidjan.
Se guardiamo oltre la laguna, il “plateau” (il distretto amministrativo ed economico) sta crescendo molto velocemente, non in orizzontale come nella maggior parte delle città africane, ma in verticale con i suoi grandi edifici moderni ed i suoi grattacieli. Non c’è molta terra disponibile e quel poco che è deve essere continuamente bonificato dalle acque della Laguna di Ebrié. Il  moderno “plateau” è circoscritto a ovest dal porto e dalle interminabili code di persone che aspettano il traghetto e a est dall’incredibile silhouette della cattedrale di San Pietro e Paolo. Ammirando lo skyline ci capiterà di pensare che manca solo la Statua della Libertà; tuttavia questa è l’Africa Nera non Manhattan!
La visita inizia con una breve traversata in traghetto per una visione complessiva del “plateau”, una prospettiva dall’ acqua. Dal vivacissimo mercato di Treichville ci spostiamo verso il più tranquillo “Cocody”: l’elegante quartiere residenziale sede dell’ufficio del primo ministro e di alcuni edifici in stile coloniale. Nel quartiere di Youpugon incontriamo i Fanico, lavandai che lavano i panni nel fiume e li asciugano sui prati circostanti. Centinaia di vestiti e tessuti colorati stesi sull’erba creano un gigantesco patchwork. Visitiamo, quindi, il Museo Nazionale con la sua collezione di arte tribale: una raccolta di statue e maschere di tutta la Costa d’Avorio. Proseguiamo per Grand Bassam.

GIORNO 13: GRAND BASSAM, ATMOSFERA COLONIALE
La città di Grand Bassam, costruita su una striscia di sabbia fra lagune ed oceano, ha conservato gli edifici coloniali di quando era la ricca capitale di questa colonia. Oggi, vista la prossimità con la capitale, si è trasformata in luogo di villeggiatura marittima. La città offre un’atmosfera particolare, grazie ai grandi e tranquilli viali ombreggiati da alti alberi, enormi buganvillea e begli edifici coloniali. Il vecchio ufficio postale è un gioiello dell’architettura coloniale francese. Il Museo del Costume, nell’ex palazzo del governatore, con la sua grande scala esterna, è un vero gioiello architettonico. La collezione unica di costumi tribali, maschere, ornamenti e fotografie, ci regala uno sguardo interessante sulla storia e la cultura del Paese. Il tour termina alle 18:00 ad Abidjan. Ci rechiamo in aeroporto, qui finisce il nostro viaggio. Fine dei nostri servizi.

  • VISTO: Costa d’Avorio ad entrata E’ possibile l’ottenimento attraverso l’applicazione online: http://snedai.com/e-visa/
  • VACCINAZIONI: Febbre gialla – obbligatoria; profilassi antimalarica – altamente
  • PERNOTTAMENTI in camere standard , come da itinerario. NON SONO DISPONIBILI CAMERE TWIN (CON DUE LETTI SEPARATI)
  • PASTI: pranzi, picnic oppure nei ristoranti (menu turistici); cene nei ristoranti degli hotel (menu turistici)
  • BAGAGLIO: Visti i numerosi trasferimenti si è pregati di mantenere il peso dei bagagli nei 20 kg.
  • ASSICURAZIONE:obbligatoria per assistenza medica (sanitaria), rimpatrio, danni fisici e materiali. TransAfrica non sarà ritenuta responsabile per eventuali danni materiali e fisici durante o in conseguenza del tour.
    Consulta la nostra proposta assicurativa: https://transafrica.biz/travel-insurance/
  • MEZZI DI TRASPORTO: microbus o minibus o veicoli 4×4, volo interno Man – Abidjan.
  • Tutte le nostre escursioni sono progettate in modo da essere abbastanza flessibili per potersi adeguare alle condizioni del tempo e approfittare delle opportunità che possiamo incontrare lungo il percorso.
  • Considerando la natura del viaggio, alcune parti potrebbero essere modificate per cause imprevedibili e sulla base di decisioni dello staff locale. Spese dovute a tali variazioni saranno a carico del Naturalmente la guida farà il possibile per attenersi al programma originale.
  • I prezzi potrebbero variare in caso di aumento dei costi dei servizi, indipendenti dalla volontà dell’organizzatore.
  • Nel caso di annullamenti, cambiamenti o ritardi degli operativi dei voli interni, gli organizzatori non sono da ritenersi responsabili per cambiamenti , ritardi o disservizi e delle spese che essi possono comportare. E’ inteso che gli organizzatori faranno il possibile per trovare soluzioni ad eventuali problemi inerenti il viaggio

Incluso:

  • Assistenza all’aeroporto di Abidjan in arrivo (giorno 1) e partenza (giorno 13)
  • Volo interno da Man a Abidjan (economy class)
  • Trasferimenti e visite in minibus/microbus e/o veicoli 4×4
  • Guide locali (parlanti italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo)
  • Tour e visite come da programma
  • Pernottamenti in camere standard, come da itinerario
  • Tutti i pasti: B = prima colazione L= pranzo – D = cena
  • Una bottiglia di acqua minerale durante le visite
  • Ingressi ai parchi, concessioni, aree protette e siti di interesse culturale
  • Kit di pronto soccorso
  • Tutte le tasse

 

Non incluso:

  • Voli internazionali
  • Trasferimenti pre-tour e/o post tour da e per aeroporto
  • Visa ed eventuali tasse aeroportuali
  • Pasti e/o escursioni turistiche diverse da quanto specificato nel programma
  • Acqua minerale ai pasti e tutte le bevande
  • Facchinaggio
  • Spese personali per foto e video
  • Assicurazione (obbligatoria)
  • Mance per autisti, guide, cuochi e staff hotel
  • Spese di consegna bagagli persi
  • Qualsiasi spesa di natura personale quali telefonate, lavanderia
  • Tutto ciò non menzionato nel programma

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