Descrizione
SENEGAL e GAMBIA
Un itinerario unico che attraversa il Senegal e la Gambia per conoscere un continuo cambiamento di ecosistemi climatici e culturali. Dalla vibrante metropoli di Dakar fino ai villaggi della regione Bassari e della Gambia. Attraverso la città sacra di Touba, centro della più potente confraternita mussulmana dei Marabu’ fino alle tribù animiste del sud nelle regioni più intatte Senegal e della Gambia. Viaggeremo dal confine orientale della Gambia attraversando tutto il paese fino alla moderna capitale Banjul.
NATURA
Ci muoviamo attraverso una varietà di ambienti naturali come savana, estuari, e foreste di mangrovie.
STORIA, PREISTORIA E VILLAGGI SENZA TEMPO
Vivremo l’incontro con popoli “senza tempo” come pastori e villaggi remoti. Scopriremo un sito dai millenari e misteriosi monoliti.
ARTE, CULTURA E MUSICA
A sud-est, Bassari e Bedick saranno un’occasione unica per vivere le tradizioni. Scopriamo la regione Bassari, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 2012. Un itinerario unico ci permetterà di attraversare ed esplorare la Gambia da est ad ovest nelle sue zone meno conosciute ma più autentiche, per terminare con le belle spiagge tropicali di Banjul ed una possibile estensione balneare.
Giorno 1: Dakar in – SENEGAL
Arrivo a Dakar e trasferimento in Hotel.
Giorno 2: Dakar, metropoli contemporanea & Gorée. Da Dakar a Gorée (trasferimento in città e traghetto)
Dakar si trova all’estremità della penisola di Capo Verde, il punto più occidentale del continente africano e ha una popolazione di circa 2,4 milioni di persone. Oggi, è una grande e vivace metropoli africana, è stata la capitale culturale e intellettuale dell’ex Africa occidentale francese.
Capitale del Senegal, è attualmente anche una finestra sull’arte e la musica contemporanea è il centro di ogni tipo di creatività.
Visiteremo il Musée des Civilisations Noirs. Inaugurato nel dicembre 2018, è la realizzazione della visione di Léopold Sédar Senghor (primo presidente del Senegal indipendente, poeta e premio Nobel). Il museo rappresenta le culture storiche e contemporanee del mondo, l’arte e l’anima dei neri, che egli chiamò Negritudine. Vedremo anche la Cathédrale Notre Dame. Il progetto di costruzione della cattedrale di Dakar fu avviato nel 1910 per rendere omaggio ai combattenti africani; la cattedrale fu infine costruita su un cimitero musulmano in stile neo-sudanese, uno stile ispirato all’architettura delle moschee in terra del Sahara e del Sub-Sahara, consacrata il 2 febbraio 1936.
Arrivo al porto di Dakar per imbarcarsi su un traghetto e trascorrere una notte a Gorée, l’isola dove venivano raccolti gli schiavi prima di essere spediti nelle Americhe.
Alcuni edifici restaurati rimangono a testimonianza di quei tempi. I portoghesi furono i primi a stabilire una presenza a Gorée nel 1450, dove costruirono una piccola cappella in pietra. Dopo il declino della tratta degli schiavi dal Senegal negli anni 1770 e 1780, l’isola divenne un importante porto per la spedizione di arachidi, gomma arabica, avorio e altri prodotti del commercio legittimo. Grazie alla piacevole brezza e ai numerosi ristoranti e negozi, oggi Gorée è diventata una località piacevole e alla moda. Nel tardo pomeriggio e la sera, quando i turisti se ne vanno, vivremo la vera sensazione di quest’isola speciale.
Giorno 3: La confraternita di Touba. Da Gorèe a Kaolack (380 km – tempo di trasferimento 6 ore).
In mattinata trasferimento con il ferry a Dakar e in auto fino alla cittá sacra di Touba.
A Touba scopriremo il grande senso di ospitalità che caratterizza le confraternite africane. Gli abitanti seguono il movimento dei Muridi e la città sacra è quasi uno “stato nello stato” governata da un califfo. Il fondatore fu un Sufi di nome Amhadou Bàmba Mbake.
Amhadou Bàmba fondò Touba nel 1887. Il luogo sacro rimase un piccolo posto isolato nella natura fino alla sua morte e alla sua sepoltura nel sito della Grande Moschea, 40 anni dopo. La Grande Moschea è stata finalmente completata nel 1963 e dalla sua inaugurazione la città è cresciuta rapidamente: da meno di 5.000 abitanti nel 1964, la popolazione è cresciuta fino a raggiungere 529.000 abitanti nel 2007.
I Mouridi hanno un grande impatto sociale ed economico in Senegal: grazie alla loro visione pacifica (e africana) dell’Islam, il Muridismo, con le altre confraternite che seguono il culto dei Marabout, è diventato il bastione che protegge il Senegal dall’Islam radicale.
Durante il Grand Magal, il pellegrinaggio annuale, la città è visitata da quattro milioni di pellegrini.
I Mourides accolgono con favore qualsiasi interesse per le loro tradizioni. Tuttavia, poiché Tuba è una città sacra, tutti i visitatori devono accettare le regole tradizionali. Pertanto, dobbiamo applicare un codice di abbigliamento rispettoso: non fumare, non bere alcolici e non ascoltare musica durante la visita. Se seguiamo queste regole, saremo i benvenuti. Un Baye Fall, membro di un colorato ramo del Muridismo, ci accompagnerà durante la visita.
In serata arriveremo a Kaolak.
Giorno 4: La Route dell’Acacia: Da Kaolack a Tambacounda (270 km – 4,5 ore)
La mattina dopo colazione viaggeremo verso Tambacounda.
Questa strada ci porterà attraverso paesaggi caratterizzati da acacie e baobab. Scopriremo la bellezza della savana senegalese.
Visiteremo Kaffrine un importante centro agricolo, vedremo i mercati locali per assaggiare frutti freschi e ed apprezzare l’artigianato locale.
In serata raggiungeremo Tambacounda. Già prima che i francesi arrivassero a colonizzare questo territorio esisteva un villaggio Mandingo. Dopo la conquista francese, la zona divenne un’importante città. I francesi costruirono una serie di edifici, tra cui la stazione ferroviaria che ancora oggi conserva il suo fascino.
Visita al mercato colorato, alla stazione ferroviaria con struttura in ferro, all’Hôtel de la Gare e all’edificio della Prefettura.
Giorno 5: Niokolo Koba, da Tambacounda alla regione Bassari (220 km – 4 ore)
Al mattino presto safari nel parco Niokolo Koba. Il Niokolo-Koba, con una superficie di circa 9000 kmq, è il più vasto parco nazionale dell’Africa Occidentale nonché Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.
Proseguimento per Kedougou. Lungo il percorso visiteremo il villaggio di cercatori d’ oro di Bantako: con metodi rudimentali scavano profonde buche nel terreno e vi si calano nella speranza di trovare il prezioso metallo.
Arrivo al nostro confortevole hotel a Kedougou dove passeremo tre notti usandolo come base per visitare una delle regioni più incontaminate del paese e scoprire delle autentiche culture tribali.
Giorno 6: La popolazione Bassari, la regione Bassari e Kedougou.
Scopriamo la regione Bassari, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Vedremo il villaggio di Ethiolo, il più sacro per i Bassari; inizio dell’escursione nei dintorni, e scoperta delle tradizioni di questo popolo animista, tra paesaggi verdi, e villaggi che raggiungeremo attraverso piste non battute.
Con un po’ di fortuna vedremo la danza delle maschere Bassari.
I popoli Bedik e Bassari del Senegal rappresentano una realtà affascinante e unica, facente parte del gruppo linguistico dei Tenda. La loro storia di isolamento ha permesso la preservazione di tradizioni animiste e pratiche culturali ancestrali, rendendoli un caso particolare nel contesto senegalese.
Il loro rinchiudersi nelle zone remote delle falesie ha avuto un ruolo cruciale nel mantenere intatte le loro usanze. Nonostante la piccola dimensione della loro popolazione, Bedik e Bassari continuano a mantenere vive le loro tradizioni, specialmente nei riti di iniziazione, dove il passaggio dall’infanzia all’età adulta è segnato da cerimonie che coinvolgono maschere e rappresentazioni spirituali.
Questi riti non solo celebrano l’ingresso nella vita adulta, ma riflettono anche la profonda connessione con il mondo naturale, dato che tutte le maschere e i costumi utilizzati sono realizzati con materiali vegetali raccolti nei boschi sacri. L’importanza della separazione dei sessi nella conoscenza e nelle pratiche spirituali evidenzia la complessità delle loro strutture sociali.
La loro cultura, così ricca e affascinante, offre preziosi spunti su come le comunità possono resistere e adattarsi nel tempo, mantenendo ferma la loro identità. Pranzeremo nel campo di Balingo, importante conoscitore della regione.
Sulla via del ritorno visiteremo Salémata. Salémata è il più grande villaggio della zona e un punto di incontro per i Bassari e i Fulani della regione.
Giorno 7: La popolazione Bedik e la cascate di Dindefelo. Iwol e Dindefelo (30 km, due ore)
I Bédik vivono nella zona di Bandafassi. Comprende piccole montagne e valli. I villaggi bédik sono costituiti da fitti gruppi di capanne di paglia con tetti spioventi. A causa del loro ruolo centrale nella vita dei Bédik, i villaggi hanno una organizzazione arcaica dello spazio e ognuno è diviso in due parti distinte: la parte superiore e quella inferiore del villaggio.
L’organizzazione delle capanne nel villaggio riflette l’unità familiare, che si basa sull’iyanga (concessione) in cui, intorno a ogni capofamiglia, si riuniscono le sue mogli, i loro fratelli, i suoi figli e le loro mogli.
La vita quotidiana dei Bédik, tuttavia, si svolge in borgate sparse e gruppi di capanne temporanee, mobili a seconda delle necessità, mentre il villaggio è riservato alle feste e ai riti e non può essere abbandonato. Visiteremo Iwol, il più importante villaggio Bédik. Visiteremo anche un altro villaggio molto meno conosciuto, Angel.
Nel pomeriggio viaggeremo fino alla cascata di Dindefelo.
Situata a 35 km da Kedougou e a meno di dieci chilometri dalla Guinea, la cascata di Dindefelo è (oltre a un paradiso naturale) un luogo mistico per gli abitanti della zona.
Un luogo magico non solo per il suo ambiente naturale, ma anche per il fatto di potersi tuffare sotto una cascata alta 100 metri.
La cascata si trova nel parco naturale di Dindefelo. E’la più alta del Senegal, 115 m. Dindefelo significa “vicino alla montagna” in Pulaar, il dialetto dell’etnia Peul.
Nel pomeriggio rientro a Kedougou.
Giorno 8: Dal Senegal al Gambia. Danza dei coltelli. Da Kedougou a Mansajang Kunda (300 km – 6 ore)
Partenza mattutina per una giornata di trasferimento in Gambia. Da Kedougou viaggeremo verso Verlingara per arrivare poi nel pomeriggio a Mansajang Kunda. Dopo cena a Mansajang Kunda assisteremo alla danza dei coltelli. La musica tradizionale e le danze culturali dell’Africa occidentale trovano un importante espressione nella cultura del Gambia. Dalle vibranti danze tradizionali allo stile di danza più moderno.
Ogni gruppo etnico ha una propria danza che spazia dai movimenti selvaggi, dinamici ed esuberanti delle braccia e del corpo, al battere ritmico dei piedi.
Giorno 9: Natura e storia. Da Mansajang Kunda a Janjanburehe e Wassu (180 km – auto e barca – 6 ore)
Proseguiamo il nostro itinerario fino ad arrivare a Bansang 20 km prima di Janjanbureh sulla riva del fiume Gambia.
Qui prenderemo una barca per raggiungere le Isole dei Babbuini. Nel pomeriggio vedremo scimpanzé, babbuini e molti uccelli. Dall’isola dei babbuini in barca navigheremo fino a Janjanbureh.
Originariamente fondata come insediamento coloniale britannico nel 1832, Janjanbureh ha un profondo significato storico nella narrazione della diaspora africana.
Da Janjanbureh andremo a Wassu dove passeremo la notte a due passi dagli storici monoliti. La sera conosceremo un griot. Il griot è uno storico, un narratore. È il custode della memoria collettiva di un popolo, di una comunità o di una famiglia. Nella casta dei griot, le storie vengono tramandate di padre in figlio e di madre in figlia.
Giorno 10: Insediamenti preistorici. Wassu e Kassagne (180 km – 4 ore)
Wassu è patrimonio mondiale dell’UNESCO, che ospita gli enigmatici cerchi di pietra.
Uno dei più importanti siti monolitici. Questi cerchi risalgono a oltre mille anni fa e sono la testimonianza delle antiche civiltà che un tempo prosperavano nella regione.
Nel pomeriggio viaggeremo fino a Kassagne dove passeremo la notte al AbCa’s Creek Lodge.
Giorno 11: Periodo storico del Gambia. Kunta Kinteh Island. (barca a motore ed auto – 4 ore)
Questa giornata ci riporta al periodo della storia del Gambia della tratta atlantica degli schiavi. Gli schiavi provenienti da tutta l’Africa occidentale venivano trasportati attraverso l’Oceano Atlantico in Europa e nelle Americhe. L’isola di James, sul fiume Gambia, divenne un grande punto di raccolta, dove gli schiavi venivano venduti e preparati per il trasporto attraverso l’Atlantico.
Durante la giornata utilizzeremo una barca a motore tradizionale del Gambia. Continueremo il viaggio nelle insenature navigando tra le mangrovie, e proseguiremo sul ramo principale del fiume Gambia. In due ore arriveremo a James Island. Potremo anche avvistare dei delfini lungo la navigazione.
L’Isola di Saint James, ufficialmente conosciuta come Isola Kunta Kinteh, è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Trasferimento pomeridiano fino a Banjul.
Giorno 12: Banjul, la capitale. (trasferimenti in città)
Banjul si trova sull’Isola di St Mary (Isola di Banjul), dove il fiume Gambia entra nell’Oceano Atlantico. Visita al Museo Nazionale, dedicato a diversi aspetti del Paese: dall’archeologia alla storia recente, all’arte, alla musica e alla fotografia.
Sosta all’Arco 22, punto di riferimento della storia contemporanea del Paese. Dalla cima, una vista sulla città.
Il Royal Albert Market, sulla Liberation Avenue, prende il nome dal marito della regina Vittoria, il principe Alberto, ed è un luogo affascinante da esplorare, costituito da tre mercati distinti.
Giorno 13: Banjul, out.
Banjul extension: Possibilità di prolungare il soggiorno