I festival del Benin sono rinomati in tutta l’Africa Occidentale, Ogni anno a gennaio, la stagione dei festival viene aperta in Ouidah con i grandi festeggiamenti dedicati al vudù.
I culti vudù
Il vudù non è solo una forma di magia nera ma una religione ricca e complessa che dà senso e ordine alla vita di milioni di persone. In tutto il litorale del Benin, il vudù è la religione animista di riferimento, tramandata dagli antenati e tutt’oggi praticata. In queste località si può assistere a cerimonie durante le quali, tra percussioni e canti, i Vudù invocati s’impossessano degli adepti, dando luogo ad autentiche manifestazioni di trance. Gli oracoli praticano il “Fa”, tecnica divinatoria esoterica che consiste nell’arte di combinare proverbi, immagini, capacità di intuire, interpretare e spiegare.
Festival Vudù di Ouidah e Porto Novo
Ogni anno, il 10 gennaio, il Benin si ferma e celebra i culti ancestrali che fondano le varie forme di religione tradizionale praticate nel paese. In questo giorno, tutti gli adepti vudù del sud del paese si danno appuntamento a Ouidah. Una lunga processione di adepti, chi a piedi, chi in moto, chi in taxi brousse, si reca alla Porta del Non Ritorno. La festa esplode con l’arrivo del Dagbo Houno, il sommo feticheur di Ouidah. Danze, libagioni, maschere caratterizzano la giornata. La sera, Ouidah, esausta, ma non ancora completamente soddisfatta, continua la sua festa, questa volta nell’intimo dei cortili.
Maschere Gelede
Gelede è legato alla Madre Terra, alle stagioni e ai suoi riti agricoli, per propiziare la fertilità dei campi e delle genti, unica e vera condizione di gioia e serenità per tutta la comunità. Colori, movimenti, tamburi e folla si fondono in una sola vivace coreografia. Maschere dalle movenze di marionette raccontano storie a carattere morale e umoristico per l’educazione e il divertimento dei villaggi. Per i non iniziati quello che risalta è il lato burlesco delle pantomime messe in scena dalle maschere: solo gli iniziati ne conoscono gli aspetti simbolici e segreti. È un originale mix di teatro di strada e teatro magico.
Maschere Egun
Le maschere Egun rappresentano gli spiriti dei defunti e di fatto, secondo la popolazione locale, “sono” i defunti. Gli uomini che rappresentano Egun sono sempre degli iniziati. Arrivano dalla boscaglia indossando vestiti colorati e brillanti, e sfilano nelle vie del villaggio lanciandosi repentinamente all’inseguimento dei curiosi e incauti spettatori. Attenzione a non farsi toccare da Egun: rappresenta pericolo di morte! Quando irrompe sulla scena, si assiste a una specie di corrida . In alcuni casi coloro che sono raggiunti dalle maschere “perdono i sensi”… ma si rialzano ben presto!
Maschere Zangbeto
Grande maschera coperta di paglia colorata, Zangbeto rappresenta gli spiriti non umani, le forze della natura e della notte che hanno abitato la terra prima ancora dell’uomo. I portatori delle maschere, che conservano un’identità indipendente, avente vita propria, appartengono a una società segreta e la loro identità è sconosciuta ai non iniziati. L’uscita di Zangbeto è una gran festa per il villaggio, che si propizia la protezione degli spiriti e tiene lontane le presenze minacciose. Il roteare della maschera simbolizza l’operazione di pulizia spirituale che Zangbeto produce nel villaggio e l’esecuzione di “miracoli” garantisce che la sua presenza onnipotente è davvero efficace.
Festival dell’Igname
L’igname è uno dei principali ingredienti della dieta giornaliera in Africa Occidentale. In agosto, la popolazione delle regioni centrali del Benin si raccoglie intorno a notabili e re per celebrare un rito di continuità. Mangiare insieme i nuovi tuberi ha infatti due significati. Da una parte significa ringraziare gli dei e gli antenati per il buon raccolto e dall’altra chiedere che il raccolto abbondante continui negli anni. Il festival continua con danze di maschere e celebrazioni vudù.