Descrizione
MAROCCO E LE PROVINCE DEL SAHARA OCCIDENTALE, MAURITANIA, SENEGAL E LA CASAMANCE, GAMBIA, GUINEA BISSAU E L’ARCIPELAGO DELLE BIJAGOS, GUINEA CONAKRY, SIERRA LEONE, LIBERIA, COSTA D’AVORIO, GHANA, TOGO E BENIN.
ESPERIENZA. La “Grande Spedizione” attraversa il Sahara da nord a sud e raggiunge savane, foreste, coste e isole del Golfo di Guinea. Scopriamo i principali ambienti naturali, culturali e religiosi del continente africano.
L’itinerario parte da Marrakech, mitico terminal carovaniero, prosegue verso il Sahara Occidentale (oggi Province Sahariane del Marocco) e le sue sabbie vergini in una regione vietata ai viaggiatori per decenni, dove siamo orgogliosi di essere i pionieri. Nella parte meridionale della nostra traversata del Sahara, scopriamo le remote oasi della Mauritania. In Senegal il paesaggio cambia, passando dal deserto alla savana. Cap d’Almadine è il punto più occidentale del continente africano. Guidando verso sud il paesaggio cambia ancora, questa volta passando dalla savana alla foresta. Le danze delle maschere sacre della Casamance indicano che con cambiando l’ambiente naturale cambia anche l’ambiente culturale e religioso, dall’Islam all’animismo tradizionale, dal monoteismo al politeismo. In Guinea Bissau, ci godiamo tre giorni di navigazione nell’arcipelago delle Bijagos. Torniamo sulla terraferma per assistere a un “concerto tribale” eseguito dai Griot: discendenti di una stirpe di musicisti e cantastorie che risale al XII secolo. Attraversiamo foreste e montagne remote dove l’arrivo di stranieri è un evento raro. Negli angoli meno conosciuti di Guinea, Sierra Leone e Liberia camminiamo su ponti di liane fino a villaggi isolati, che sono casa degli iniziati. Sul Fouta Djalon, il più grande massiccio montuoso dell’Africa occidentale, incontriamo capi tradizionali seduti in consiglio con notabili e anziani. La Sierra Leone è la prima colonia britannica in Africa e vanta la più antica università di questa parte del continente. Monrovia è la capitale della Liberia, la prima repubblica indipendente dell’Africa che non è mai stata una colonia o un protettorato; nel 1847 era già governata da un presidente nero, l’afroamericano Roberts della Virginia, parte dei coloni Kriol, considerati i fondatori della nazione. Scoprire l’isola di Banana, un paradiso incontaminato e incontrare i suonatori di tamburi sacri e i cercatori di diamanti. Lungo la costa del Golfo di Guinea, viaggiamo tra costa e isole. In Ghana scopriamo l’etnia Ashanti assistendo alle cerimonie tradizionali, visitiamo spiagge selvagge e antichi castelli della tratta degli schiavi. In Togo e Benin, l’attenzione si concentra sulle origini africane del Vudù: dove trance e rituali magici fanno parte della vita quotidiana.
Un’esperienza unica nella vita: durante questa spedizione poliedrica entriamo in contatto anche con l'”Africa metropolitana contemporanea”, passeggiando nell’intensa vita cittadina di Dakar, Freetown, Abidjan e Accra, note per i loro ristoranti e la loro vita notturna. In queste vibranti capitali dell’Africa occidentale, si percepisce l’eccitante mix di cultura urbana: incontri con giovani artisti, graffiti, musica dal vivo e cucina fusion.
CLIMA. Le date di partenza sono state scelte per godere del clima migliore. Il tardo autunno (e la primavera) sono le stagioni perfette per viaggiare attraverso il Sahara; le temperature sono miti e piacevoli, le notti sono fresche ma non fredde e le giornate sono calde ma non bollenti. L’inverno (e l’inizio della primavera) sono i periodi più freschi della stagione secca nell’Africa occidentale subsahariana.
CONFORT. D’obbligo per godere appieno di una lunga esperienza di viaggio fuori dai sentieri battuti.
Trasporti: moderni veicoli 4×4 con aria condizionata saranno il principale mezzo di trasporto sui percorsi accidentati, mentre sulle strade principali verranno utilizzati moderni e confortevoli minibus con aria condizionata.
Pernottamenti: in hotel confortevoli, quattro stelle (****) nelle capitali; alberghi recenti con camere climatizzate e servizi privati nel resto dell’itinerario. Le sistemazioni sono state scelte privilegiando il comfort, la qualità del cibo, la cordialità del servizio, lo stile architettonico tipico e le posizioni panoramiche. Nelle aree remote del Sahara, godremo di due notti nel nostro campo mobile con grandi tende beduine, tappeti, materassi e sedie. In caso di forti venti di sabbia, sarà allestita una comoda tenda-ristorante per la cena. Un’esperienza di campo ben organizzata sotto le stelle del deserto è un must per una vera esperienza sahariana.
SICUREZZA. La sicurezza è la nostra principale preoccupazione. La spedizione si basa sulla nostra lunga esperienza della zona ed è guidata da capi-spedizione esperti. L’itinerario è sicuro, la nostra rete locale lo monitora costantemente grazie a una presenza permanente sul campo che fornisce informazioni aggiornate.
Oppure unisciti a noi per una delle 25 tratte della spedizione
- IL SAHARA: 3 opzioni, da12 a 19 GIORNI. 3 opzioni, itinerari da 12 a 19 giorni. Attraversando il deserto più grande della terra, si scoprono cordoni di dune selvagge, oasi, pastori nomadi e carovane di cammelli.
- L’AFRICA OCCIDENTALE ED IL SAHARA: 6 opzioni, itinerari da 14 a 51 giorni. Dalle foreste alle savane e alla traversata del Sahara. Scoprendo una grande varietà di paesaggi, popoli e culture tribali, dai villaggi animisti e dalle maschere sacre ai nomadi del deserto, alle oasi e alle carovane di cammelli.
- L’AFRICA OCCIDENTALE: 16 opzioni, itinerari da 6 a 34 giorni. Savane e foreste, rituali sconosciuti, tribù e culture nelle regioni sub-sahariane più intriganti.
IL SAHARA
3 opzioni: itinerari da 12 giorni a 19 giorni
12 GIORNI DA MARRAKECH A DAKHLA. PREZZO DA: 2816 €
Marocco e Province del Sahara Occidentale. Dal giorno 1 al giorno 12 dell’itinerario.
Partenza da Marrakech l’11 novembre 2024. Arrivo a Dakhla il 22 novembre 2024.
19 GIORNI DA MARRAKECH A NOUAKCHOTT. PREZZO DA: 5985 €
Marocco, Province del Sahara Occidentale e Mauritania. Dal giorno 1 al giorno 19 dell’itinerario.
Partenza da Marrakech l’11 novembre 2024. Arrivo a Nouakchott la sera del 29 novembre 2024.
14/15 GIORNI DA NOUAKCHOTT A TAN TAN. PREZZO DA: 4485 €
Marocco, Province del Sahara Occidentale e Mauritania. Dal giorno 6 al giorno 19 dell’itinerario.
Partenza da Tan Tan il 16 novembre 2024. Arrivo a Nouakchott la sera del 29 novembre 2024. (14 giorni).
IL SAHARA & L’AFRICA OCCIDENTALE
6 opzioni: itinerari da 13 giorni a 51 giorni
13 GIORNI DA DAKHLA A DAKAR. PREZZO DA: 3995 €
Rio de Oro in Marocco, Mauritania, Senegal. Dal giorno 11 al giorno 23 dell’itinerario.
13 giorni. Partenza da Dakhla il 21 novembre 2024. Arrivo a Dakar il 3 dicembre 2024.
23 GIORNI DA MARRAKECH A DAKAR. PREZZO DA: 6994 €
Marocco e le Province del Sahara Occidentale, Mauritania, Senegal. Dal giorno 1 al giorno 23 dell’itinerario.
Partenza da Marrakech l’11 novembre 2024. Arrivo a Dakar il 3 dicembre. (23 GIORNI).
31 GIORNI DA MARRAKECH ALL’ARCIPELAGO DELLE BIJAGOS A BISSAU. PREZZO DA: 8985 €
Marocco e le Province del Sahara Occidentale, Mauritania, Senegal, Gambia, Guinea Bissau e l’arcipelago delle Bijagos. Dal giorno 1 al giorno 31 dell’itinerario.
Partenza da Marrakech l’11 novembre 2024. Arrivo a Bissau l’11 dicembre 2024.
41 GIORNI DA MARRAKECH A MONROVIA. PREZZO DA: 13852 €
Marocco e le Province del Sahara Occidentale, Mauritania, Senegal, Gambia, Guinea Bissau, Guinea, Sierra Leone, Liberia. Dal giorno 1 al giorno 41 dell’itinerario.
Partenza da Marrakech l’11 novembre 2024. Arrivo a Monrovia il 21 dicembre 2024.
47 GIORNI DA MARRAKECH AD ABIDJAN. PREZZO DA: 15428 €
Marocco e le Province del Sahara Occidentale, Mauritania, Senegal, Gambia, Guinea Bissau e l’arcipelago delle Bijagos, Guinea, Sierra Leone, Liberia and Costa d’Avorio. Dal giorno 1 al giorno 47 dell’itinerario.
Partenza da Marrakech l’11 novembre 2024. Arrivo ad Abidjan il 27 dicembre 2024.
51 GIORNI DA MARRAKECH AD ACCRA. PREZZO DA: 16206 €
Marocco e le Province del Sahara Occidentale, Mauritania, Senegal, Gambia, Guinea Bissau e l’arcipelago delle Bijagos, Guinea, Sierra Leone, Liberia, Costa d’Avorio, Ghana. Dal giorno 1 al giorno 51 dell’itinerario.
Partenza da Marrakech l’11 novembre 2024. Arrivo ad Accra il 31 dicembre.2024.
L’AFRICA OCCIDENTALE
16 opzioni: itinerari da 6 giorni a 34 giorni
34 GIORNI DAKAR – COTONOU. PREZZO DA: 11335 €
Senegal, Gambia, Guinea Bissau, Guinea, Sierra Leone, Liberia, Costa d’Avorio, Ghana, Togo, Benin. Dal giorno 22 al giorno 55 dell’itinerario.
Partenza da Dakar il 2 dicembre, 2024. Arrivo a Cotonou il 4 gennaio, 2025.
26 GIORNI DA DAKAR AD ABIDJAN. PREZZO DA: 9668 €
Senegal, Gambia, Guinea Bissau, Guinea, Sierra Leone, Liberia, Costa d’Avorio. Dal giorno 22 al giorno 47 dell’itinerario.
Partenza da Dakar il 2 dicembre, 2024. Arrivo ad Abidjan il 27 dicembre, 2024
20 GIORNI DA DAKAR A MONROVIA. PREZZO DA: 8038 €
Senegal, Gambia, Guinea Bissau, Guinea, Sierra Leone, Liberia. Dal giorno 22 al giorno 41 dell’itinerario.
Partenza da Dakar il 2 dicembre, 2024. Arrivo ad Abidjan il 27 dicembre, 2024.
28 GIORNI DA BISSAU – ARCIPELAGO DELLE BIJAGOS A COTONOU. PREZZO DA: 9302 €
Guinea Bissau, Guinea, Sierra Leone, Liberia, Costa d’Avorio, Ghana, Togo, Benin. Dal giorno 28 al giorno 55 dell’itinerario.
Partenza da Bissau l’8 dicembre, 2024. Arrivo a Cotonou il 4 gennaio, 2025.
25 GIORNI DA BISSAU A COTONOU. PREZZO DA: 8352 €
Guinea Bissau, Guinea, Sierra Leone, Liberia, Costa d’Avorio, Ghana, Togo, Benin. Dal giorno 31 al giorno 55 dell’itinerario.
Partenza da Bissau l’11 dicembre, 2024. Arrivo a Cotonou il 4 gennaio, 2025.
20 GIORNI DA FREETOWN A COTONOU. PREZZO DA: 6861 €
Sierra Leone, Liberia, Costa d’Avorio, Ghana, Togo, Benin. Dal giorno 36 al giorno 55 dell’itinerario.
Partenza da Freetown il 16 dicembre, 2024. Arrivo a Cotonou il 4 gennaio, 2025.
16 GIORNI DA FREETOWN AD ACCRA . PREZZO DA: 5980 €
Sierra Leone, Liberia, Costa d’Avorio, Ghana. Dal giorno 36 al giorno 51 dell’itinerario.
Partenza da Freetown il 16 dicembre, 2024. Arrivo ad Accra il 31 dicembre, 2024.
12 GIORNI DA MONROVIA AD ACCRA. PREZZO DA: 4340 €
Liberia Costa d’Avorio, Ghana. Dal giorno 40 al giorno 51 dell’itinerario.
Partenza da Monrovia il 20 dicembre, 2024. Arrivo ad Accra il 15 dicembre, 2024. (12 giorni)
20 GIORNI BISSAU-BIJAGOS-ABIDJAN. PREZZO DA: 7600 €
Guinea Bissau e l’arcipelago delle Bijagos, Guinea, Sierra Leone, Liberia, Costa d’Avorio. Dal giorno 28 al giorno 47 dell’itinerario.
Partenza da Bissau l’8 dicembre, 2024. Arrivo ad Abidjan il 27 dicembre, 2024.
17 GIORNI BISSAU – ABIDJAN. PREZZO DA: 6434 €
Guinea Bissau, Guinea, Sierra Leone, Liberia e Costa d’Avorio. Dal giorno 31 al giorno 47 dell’itinerario.
Partenza da Bissau l’11 dicembre, 2024. Arrivo ad Abidjan il 27 dicembre, 2024.
12 GIORNI FREETOWN – ABIDJAN. PREZZO DA: 4170 €
Sierra Leone, Liberia, Costa d’Avorio. Dal giorno 36 al giorno 47 dell’itinerario.
Partenza da Freetown il 16 dicembre, 2024. Arrivo ad Abidjan il 27 dicembre, 2024.
14 GIORNI DA BISSAU – ARCIPELAGO DELLE BIJAGOS A MONROVIA. PREZZO DA: 5807 €
Guinea Bissau e l’arcipelago delle Bijagos, Guinea Conakry, Sierra Leone, Liberia. Dal giorno 28 al giorno 41 dell’itinerario.
Partenza da Bissau l’8 dicembre, 2024. Arrivo a Monrovia il 21 dicembre, 2024.
11 GIORNI BISSAU – MONROVIA (No arcipelago delle Bijagos). PREZZO DA: 4658 €
Guinea Bissau, Guinea, Sierra Leone, Liberia. Dal giorno 31 al giorno 40 dell’itinerario.
Partenza da Bissau l’11 dicembre, 2024. Arrivo a Monrovia il 21 dicembre, 2024.
6 GIORNI DA FREETOWN A MONROVIA. PREZZO DA: 2690 €
Sierra Leone, Liberia. Dal giorno 36 al giorno 41 dell’itinerario.
Partenza da Freetown il 16 dicembre, 2024. Arrivo a Monrovia il 21 dicembre, 2021.
11 GIORNI DA ABIDJAN A COTONOU. PREZZO DA: 3161 €
Costa d’Avorio, Ghana, Togo, Benin. Dal giorno 45 al giorno 55 dell’itinerario.
Partenza da Abidjan il 25 dicembre, 2024. Arrivo a Cotonou il 4 gennaio, 2024.
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Chiedete per i programmi dettagliati.
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È possibile richiedere qualsiasi diversa tratta, a proprio scelta.
Giorno 1: MARRAKECH – Marocco
Arrivo individuale. Il taxi dall’aeroporto all’hotel costa 20 euro o 25 dollari (trasferimento su richiesta).
Giorno 2: ALTO ATLANTE – Marocco
Lasciamo la strada principale per scoprire i villaggi berberi meno frequentati dell’Alto Atlante e ci uniamo ai cercatori di gemme alla ricerca di ametiste e tormaline. Con il loro aiuto possiamo trovare le nostre gemme. Il nostro itinerario attraversa il passo Tizi n ‘Tichka a 2.274 m (7,460 ft) sul versante meridionale dell’Atlante. Ait Benhaddou si trova lungo l’antica via carovaniera che collegava Marrakech al Sahara. Nel corso degli anni, in questo Ksar sono stati girati molti film famosi, come Lawrence d’Arabia, Sodoma e Gomorra, Edipo Re, Il Cielo Protetto, I Gioielli del Nilo, Gesù di Nazareth, Alessandro, Il Gladiatore e altri ancora… Arrivo a Ouarzazate, una grande oasi ai margini del deserto.
Giorno 3: ARTE RUPESTRE DEL OUADI DRAA – Marocco
La nostra strada segue la prima parte del Ouadi (fiume) Draa, importante fiume che con il suo corso crea un’unica oasi lunga centinaia di chilometri. Il verde intenso dei palmeti stacca nettamente dai colori ocra e giallo del deserto circostante. All’ombra delle migliaia di palme fioriscono piccoli giardini: un miracolo verde nel deserto. Visita ad un sito di arte rupestre: centinaia di graffiti risalenti a migliaia di anni fa, testimonianza silenziosa di popolazioni che vivevano in queste regioni prima della desertificazione. Pranzo in un ristorante nella suggestiva oasi di Zagora. Il nostro itinerario prosegue lungo la valle della Draa fino a Mhamid. A sud-est di Mhamid, l’acqua del fiume svanirà nel deserto. Mhamid è l’ultimo avamposto permanente prima del deserto.
Giorno 4: DUNE, FOSSILI E ANTELOPI – Marocco
Da Mhamid inizia l’avventura del Sahara; il nostro 4×4, guidando fuori dai sentieri battuti, segue una regione di alte dune, l’Erg Chegaga, che attraversiamo nella sua parte centrale.
Qui, con un po’ di fortuna, potremo incontrare alcune antilopi bianche, addax, rare e minacciate di estinzione… L’addax è un’antilope del deserto a rischio che vive in alcune regioni isolate del Sahara.
Raggiungiamo, poi, il lago salato secco di Iriki e un sito dove ognuno di noi potrà trovare i propri fossili.
Giorno 5: IL PERCORSO DELLE OASI – Marocco
Di nuovo in viaggio, per attraversare una regione dai paesaggi spettacolari: montagne rocciose e grandi oasi.
Passeggiata nell’oasi per scoprire questo miracolo verde circondato da un ambiente arido. Pranzo in un ristorante locale, arrivo in serata nel miglior hotel della regione.
Giorno 6: TERMINAL CAROVANIERO – Marocco
Nella regione raramente visitata di Assa scopriamo la stessa antica architettura arabo-berbera in pietra che rivedremo a sud dall’altra parte del Sahara, nelle oasi di Chinguetti e Ouadane in Mauritania. Queste oasi nell’antichità erano collegate ad Assa da una rotta carovaniera che cercheremo in parte di ripercorrere.
La cittadina di Guelmim è un antico centro carovaniero. Qui cerchiamo le tracce degli antichi commerci Trans-Sahariani…
Da questo punto, l’itinerario segue, in parte, una delle coste più pescose al mondo lungo la rotta migratoria degli uccelli paleo-artici che in questa stagione si spostano ogni anno dal nord Europa e dalla Russia per svernare in Africa. I migratori, che viaggiano come noi da nord a sud, saranno un refrain costante per il nostro itinerario fino all’arcipelago delle Bijagos.
Uno spettacolare forte abbandonato sorveglia ancora gli ex confini tra il protettorato francese del Marocco e il Sahara Spagnolo. La visita del forte dà l’impressione di essere sul set di un vecchio film sulla Legione Straniera!
Giorno 7: ESTUARI E DESERTO- Marocco
Una volta lasciata Tafnidilt, attraversiamo una ripida catena di dune per raggiungere la regione dell’estuario del Dra, visitata solo da viaggiatori coraggiosi che osano trovare la strada sulle piste sabbiose tra le scogliere e l’Oceano Atlantico. Qui scopriamo piccoli insediamenti temporanei di pescatori, postazioni militari coloniali fantasma, dune e cammelli in un paesaggio vergine e, se siamo fortunati con la marea, riusciamo a guidare per chilometri su una spiaggia selvaggia dove le alte dune incontrano l’oceano.
In serata ritorniamo alla nostra confortevole base.
Giorno 8: DUNE E LAGUNE – Marocco
Da TanTan la strada segue un interessante itinerario lungo una falesia che divide il deserto dall’oceano…. La laguna salata di Naila, separata dall’oceano da file di dune, con un estuario sul mare, è il più grande lago salato del Marocco (100 Km quadrati). Area protetta di grande bellezza naturale, è un importante punto di sosta sulla via migratoria degli uccelli. Può ospitare fino a 20.000 uccelli come fenicotteri, cormorani, gabbiani, aironi…
A bordo di una barca di pescatori, esploriamo queste acque color smeraldo racchiuse in un’ampia cornice di dune gialle e scarpate marroni.
Arrivo nel tardo pomeriggio alla cittadina di Tarfaya, sul Capo Juby, a meno di 100 km dalle Isole Canarie. Tarfaya è un’ex base dell’Aeropostale, pioniere della posta aerea dall’Europa all’Africa e all’America Latina. Interessante il museo e i resti dell’architettura coloniale spagnola. A Tarfaya era di casa Saint Exupéry, famoso aviatore e scrittore, autore di “Le Petit Prince” (Il Piccolo Principe).
Giorni 9 e 10: SAHARA OCCIDENTALE: LA PISTA PROIBITA – Marocco
A Laayoune incontriamo la nostra guida locale, un nomade Saharawi che ci guida in un’esplorazione di tre giorni in fuori pista, attraverso quello che fu il Sahara Spagnolo, poi il Sahara Occidentale ed oggi le Province Sahariane del Marocco. L’ex colonia del Sahara spagnolo, oggi parte del Marocco, è stata teatro di una lunga guerra tra il Fronte Armato Polisario e l’esercito marocchino. A causa di questa lunga guerra delle sabbie, dalla seconda metà degli anni Settanta, la regione è stata proibita ai viaggiatori. Fino ad oggi non è stato firmato alcun trattato di pace, ma sono decenni che non si combatte nella striscia che attraversiamo. Siamo orgogliosi di essere i primi a portare intrepidi viaggiatori nelle vaste e sabbiose regioni di Saguia El Hamra, Tiris Zemmour e allo spettacolare Rio de Oro. In questa spedizione sahariana, attraversiamo grandi dune per scoprire pozzi frequentati da lunghe file di cammelli appartenenti ai leggendari nomadi Reguibat.
I giorni 9 e 10 ci accampiamo sotto le stelle nell’immensità del Sahara. Il campo mobile è confortevole: tende grandi in stile beduino, tappeti, materassi. Sedie, tavoli e una scelta tra bibite, birra e vino per la cena. È disponibile una tenda da toilette. Nel malaugurato caso di tempesta di sabbia, sarà allestita una tenda ristorante.
Giorno 11: DAL DESERTO ALL’OCEANO – Marocco
La nostra spedizione trans-sahariana prosegue, al mattino, attraverso una regione di dune, pozzi e campi nomadi. Nel pomeriggio percorriamo la strada che ci porta all’oceano, per terminare la giornata arrivando all’Hotel.
Giorno 12: RIO DE ORO – Marocco
La sorprendente bellezza del paesaggio della penisola di Dakhla la rende un luogo unico. Il Rio de Oro è un lago marino lungo 40 km (25 miglia) tra scogliere e dune. I colori pastello dipingono il paesaggio: l’oceano blu, la sabbia gialla, le coltivazioni di alghe color smeraldo e le rocce scure. Assistiamo ad un evento unico: durante l’alta marea l’oceano inonda il deserto: una duna bianca e le colline rocciose si trasformano in isole temporanee.
La cittadina di Dakhla fu fondata dai navigatori spagnoli nel 1502 come “Villa Cisneros”. Visita al colorato porto di pesca, pranzo in un allevamento di ostriche. Guida lungo la costa per scoprire dove le onde lambiscono le dune di sabbia. Cena in un ristorante tipico. Pernottamento e rientro nel nostro hotel a quattro stelle.
Giorno 13: IL CONFINE, UNA LINEA NELLA SABBIA – Marocco – Mauritania
La nostra strada corre sulla spettacolare scogliera tra il deserto e l’oceano. Seguiamo l’unica strada aperta verso sud. Un cartello indica che siamo “sul” Tropico del Cancro. All’altezza del posto militare di Guerguerat attraversiamo il posto di frontiera meridionale del Marocco, l’unica via aperta tra il Maghreb e l’Africa nera, un luogo sensibile. Percorriamo alcuni chilometri nella terra di nessuno. Il confine è una linea teorica nel deserto che “divide la sabbia dalla sabbia”, dall’altra parte la postazione militare della Mauritania. Arrivo serale a Nouadhibou.
Giorno 14 e 15: ADRAR, DUNE E MONTAGNE – Mauritania
Una giornata di guida tra strada e sentiero ci porta alla città mineraria di Akjoujt. Dopo Akjoujt, un lungo itinerario assolutamente “fuori pista” ci conduce attraverso alte dune. Per attraversare lunghe distese di dune, diminuiamo la pressione degli pneumatici, mentre GPS, mappe e bussola ci aiutano nella navigazione terrestre in un universo geologico incontaminato. L’Erg Amatlich è uno dei bacini di dune più belli della Mauritania. Il Sahara può far sentire un viaggiatore come la prima persona su un pianeta. Qui possiamo trovare tracce della millenaria presenza umana, come utensili in pietra e cocci di vasellame. Quando appare qualche raro pascolo, incontriamo alcuni insediamenti nomadi. Questi incontri umani, dopo il profondo silenzio del deserto, sono intensi. Ci addentriamo nel paesaggio scenografico del massiccio dell’Adrar: valli, alte montagne, dune di sabbia gialla, picchi di roccia scura e rossa. Ammiriamo oasi remote e piccoli villaggi in argilla.
Dopo una lunga e intensa giornata, arriviamo in serata a Chinguetti, dove trascorriamo due giorni visitando la regione.
Giorno 16: CHINGUETTI, L’OASI – Mauritania
Trascorriamo la giornata alla scoperta dell’atmosfera unica di Chinguetti, considerata il “gioiello” delle oasi mauritane. Questa cittadella di pietra risale al XIII secolo ed è stata un punto di passaggio di diverse rotte trans-sahariane che collegavano le coste del Mediterraneo all’Africa nera. L’atmosfera dell’antica città di pietra, l’architettura, alcune antiche collezioni di manoscritti del Medioevo, tra cui Ould Habott, il più grande della Mauritania. Le oasi con i loro “miracoli verdi” di giardini di palme sono circondate da grandi catene di dune gialle, confine occidentale della città che “lotta” per non essere coperta dalla sabbia.
La Moschea principale e il minareto in pietra: si ritiene che il minareto di Chinguetti sia il secondo più antico ancora in funzione in tutto il mondo musulmano. Ritorno alla nostra accogliente guest house.
Giorno 17: OUADANE, LA PIÙ REMOTA – Mauritania
Raggiungiamo Ouadane con un itinerario assolutamente “fuori da ogni sentiero” che segue un Ouadi (torrente secco), alla scoperta di piccole oasi nascoste tra alte dune. Ouadane è l’oasi più remota della Mauritania, un avamposto nel vuoto del deserto. Ouadane fu fondata nel 1147 e, mentre la maggior parte di essa è caduta in rovina, alcune delle sue case in pietra, arroccate su una collina rocciosa, sono ancora abitate. Nel passato, questa città era un importante punto di scambio carovaniero. Il commercio era così fiorente che, nel 1487, i portoghesi costruirono un magazzino commerciale fortificato nella regione.
Ritorno alla nostra confortevole base di Chinguetti.
Giorno 18: OASI VERDI – Mauritania
Il paesaggio non smette di stupirci. Lasciando la strada principale, raggiungiamo una regione di spettacolari montagne, gole e canyon, uno spazio infinito dominato dall’ocra della terra e dal blu del cielo. All’orizzonte osserviamo le rovine di Fort Saganne, costruito per ambientare l’omonimo film del 1984 con Gérard Depardieu e Catherine Deneuve.
Il sito di Agrour, situato in cima al passo di Amogjar, nasconde pitture rupestri preistoriche.
Dopo una breve visita al mercato di Atar, raggiungiamo Terjit, una delle oasi più particolari e rigogliose della Mauritania. Dopo aver attraversato un fitto palmeto, protetto da una gola e seguendo un minuscolo ruscello, scopriamo un vasto riparo roccioso con una fonte d’acqua…. un’atmosfera inattesa, fuori dal tempo e dall’asprezza del deserto.
Giorno 19: NOUKCHOTT – Mauritania
Dal deserto all’oceano, dal Sahara all’Africa nera.
Come introduzione alla storia e alla cultura del paese, visitiamo l’interessante Museo Nazionale che raccoglie reperti archeologici, manufatti, costumi e tessuti dalla preistoria ai giorni nostri. Davvero uniche le foto scattate durante gli scavi di Aoudaghost, la città commerciale più settentrionale ed il sito meglio conservato del leggendario Impero del Ghana. Il Ghana fu il più antico impero conosciuto nell’Africa Nera. Risalente al VI secolo, l’impero si trovava nell’attuale sud-est della Mauritania. A quel tempo da Aoudaghost partivano le carovane che trasportavano l’oro in Nord Africa, passando per Ouadane ed Assa, luoghi scoperti durante la nostra attraversata sahariana.
Pranzo in un ristorante gestito da donne della Costa d’Ivorio che ci faranno conoscere la gustosa cucina dell’Africa occidentale.
Centinaia di colorate piroghe, ormeggiate sulla spiaggia di Nouakchott, ci lasciano senza parole. I nostri occhi, abituati alla sabbia e alle dune, si specchiano in acque tumultuose, dove gli attori sono il vento, le onde, le piroghe dai colori vivaci e i pescatori sub-sahariani (principalmente senegalesi), che poi vendono al mercato l’abbondante pescato. La Mauritania tratta più di 1.800.000 tonnellate di pesce ogni anno.
Giorno 20: PARCO NAZIONALE DI DJOUDJ – Mauritania – Senegal
Partenza al mattino presto in direzione sud verso il Senegal. Il confine naturale tra Mauritania e Senegal è il fiume Senegal, un confine naturale tra deserto e savana. Attraversiamo il fiume su un ponte mobile e ci inoltriamo in una terra umida unica tra Sahara e Sahel.
Il Parco Nazionale di Djoudj, dichiarato Patrimonio dell’Umanità, è un’oasi verde formata da centinaia di chilometri di terre parzialmente allagate. Questo “paradiso umido” è il miglior habitat e sito di nidificazione di oltre un milione di uccelli migratori e stanziali.
Completamente circondato da un paesaggio arido, l’habitat protetto della zona umida attrae gli uccelli migratori; più di 400 specie vivono temporaneamente in questa riserva ornitologica unica. Facciamo un’escursione in barca per visitare un’isola con una sorprendente concentrazione di pellicani.
Arrivo in serata a Saint Louis.
Giorno 21: SAINT LOUIS: CITTADINA AFRICANA E COLONIALE – Senegal
In mattinata, visita di Saint Louis, la prima capitale delle colonie francesi in Africa Occidentale AOF (Afrique Occidentale Francais), un’affascinante città vecchia, situata su due isole gemelle: quella coloniale e quella locale, entrambe situate tra il fiume Senegal e l’oceano. Il modo migliore per girare per le stradine di Saint Louis è a bordo di un calesse, come fanno gli abitanti del posto! Negozi di artigianato, gallerie d’arte, biblioteche con libri antichi e moderni e un interessante museo fotografico sono tra i punti di forza di questa affascinante vecchia capitale.
Giorno 22: DAL VILLAGGIO DEI PESCATORI AL LAGO RETBA – Senegal
Mattinata in auto verso sud per scoprire il più grande villaggio di pescatori del Senegal, più di 4.500 piroghe di legno giunte a riva con il pescato del giorno. Lasciamo i nostri veicoli per un trasporto locale meno invadente e più divertente, un carro trainato da asini, ideale per avvicinarsi ai pescatori che vendono il loro pescato alle donne, le regine del mercato. Entriamo in contatto con gli artigiani che intagliano le grandi piroghe e con i pittori che le decorano con colori vivaci. Concludiamo la visita con un incontro interessante: un “Marabut” (santone locale) ci riceverà nella sua grande dimora. Specializzato in benedizioni destinate a proteggere le piroghe e i pescatori, il Marabut saprà introdurci alle antiche tecniche di geomanzia e divinazione.
Il Lago Retba, conosciuto come Lago Rosa, è un lago salato poco profondo circondato da dune.
Giorno 23: DAKAR – Senegal
La capitale del Senegal divenne un importante centro della rinascita politica, artistica e intellettuale durante il periodo dell’indipendenza e tuttora è la metropoli più vivace dell’Africa occidentale francofona. Visita del “Musée des Civilisations Noires”, che comprende grandi collezioni di arte tribale, tessuti ed opere di artisti locali contemporanei. Il quartiere “Plateau”, il Palazzo Presidenziale, un mercato tipico, la stazione ferroviaria di Dakar-Bamako, completamente restaurata, un grande esempio di architettura coloniale. Traghetto per l’isola di Gorée. Il momento giusto per godersi l’atmosfera di Gorée è il tramonto, quando la massa di turisti è scomparsa.
Sull’isola di Gorée venivano stipati gli schiavi in attesa di essere spediti nelle Americhe; completamente restaurata, l’isola testimonia ancora quei tempi. Oggi, il clima ventilato, la storia e l’architettura antica, insieme ai raffinati ristoranti e alle boutique, fanno di Gorée una meta attraente e di tendenza per i visitatori locali e stranieri.
Giorno 24: LE SALINE DI KAOLAK – Senegal
Partiamo in direzione di Kaolak, una regione con molte saline. Pranzo in un ristorante locale.
Kaolack, situata sul fiume Saloum, è un importante porto per l’esportazione di arachidi e sale dal Senegal e dai Paesi limitrofi, e un grande mercato.
Giorno 25: TRA ARCHEOLOGIA E CONTEMPORANEITÀ – Senegal – Gambia
Partenza di buon’ora verso la regione tra la riva nord del fiume Gambia e il Senegal, che ha ospitato una delle più grandi civiltà megalitiche del pianeta. Sine Ngayene è il sito megalitico più ricco, con 1.102 pietre erette. Attraversiamo il confine con il Gambia, un piccolo Paese anglofono circondato dal Senegal e sperimentiamo una traversata con un traghetto “molto locale” del grande estuario del fiume Gambia per raggiungere Banjul, la capitale del Paese. Visita al museo nazionale. Opzionale: serata di musica dal vivo in città.
Giorno 26: BIRDWATCHING IN GAMBIA – Gambia – Casamance (Senegal)
Mattinata breve ma intensa di birdwatching, guidati da un esperto attraverso diversi ambienti naturali come le zone umide e la savana. Il Gambia è una nota destinazione per il birdwatching.
Arrivo al confine con la Casamance, la regione meridionale del Senegal. L’ambiente naturale cambia gradualmente da savana a foresta.
Arrivo nel tardo pomeriggio a Ziguinchor, un’affascinante cittadina con un’interessante architettura coloniale e un grande mercato.
Giorno 27: CASAMANCE: RE E MASCHERE – Senegal
La strada attraversa un paesaggio spettacolare di lagune, mangrovie e piccole isole create dall’estuario del fiume Casamance. In un remoto villaggio siamo ricevuti dal re di uno dei più antichi regni Diola (Jula). Nelle antiche tradizioni africane, il re è anche il Sommo Sacerdote che concentra nella sua persona poteri politici e mistici. Dopo la tradizionale offerta di libagioni ai margini della foresta sacra, Sua Maestà sarà lieta di rispondere alle nostre domande sulla storia del suo popolo, sulle regole di un capo tradizionale e sui complicati tabù e significati mistici dell’essere re nella cultura Diola.
Nel pomeriggio assistiamo alle danze rituali delle maschere sacre del popolo Diola. Le maschere appartengono a una società segreta e l’identità dei danzatori non viene rivelata; si dice che la maschera sia animata dagli spiriti. Tamburi, danze e una folla colorata animano il piccolo villaggio all’ombra di grandi alberi di kapok.
Ritorno alla nostra base a Ziguinchor
Giorno 28: TRA TERRA ED ACQUA – Senegal – Guinea Bissau
Dopo aver attraversato il confine con la Guinea Bissau (ex Guinea portoghese), la strada ci porta a sud in un ecosistema unico dove i Bolon (bracci di mare) penetrano nella terra per più di cento miglia creando una grande area di inondazione temporanea. I confini tra acqua salata, terra e acqua dolce sono incerti e cambiano con le maree. Il 23% del territorio della Guinea Bissau è sott’acqua durante l’alta marea ed emerge durante la bassa marea…
Arrivo a Bissau.
Giorno 29: IL SACRO ARCIPELAGO DELLE BIJAGOS: LA CAPITALE FANTASMA – Guinea Bissau
Vivete una spettacolare navigazione di tre giorni in motoscafo alla scoperta dell’arcipelago delle Bijagos, della sua natura affascinante e le sue tribù isolate. L’arcipelago, composto da 88 isole e isolotti, si trova a una media di 40 miglia dalla costa. Le Bijagos sono un “gioiello geografico” per ricchezza naturale e culturale.
Bolama è stata l’ex capitale della Guinea portoghese dal 1871 al 1941, quando è stata trasferita a Bissau. Quando i portoghesi se ne andarono, gli indigeni vennero ad occupare questa città. Oggi la città sta cadendo a pezzi, in parte invasa dalla vegetazione tropicale. Bolama, che è stata costruita secondo il modello di un “Castrum Romanum”, è ora un mix di grandi viali rettilinei, piazze vuote assolate e letargiche, fontane secche, giardini simili a cespugli ed edifici amministrativi neo-palladiani in rovina. All’ombra delle colonne dell’ex palazzo del governatore, le capre pascolano tranquille. Sebbene abitata, questa città gode dell’atmosfera fiabesca di una città fantasma.
Giorno 30: CERIMONIA DELLA DANZA DELLA VACA BRUTO – Guinea Bissau
Breve navigazione alla scoperta dell’isola di Bubaque, la “capitale” dell’arcipelago di Bijagos e del suo mercato.
Pomeriggio: a causa della lontananza e del profondo radicamento della popolazione locale alle proprie tradizioni, i Bijagos sono stati poco influenzati dal mondo esterno. La vita nei villaggi è caratterizzata da riti di iniziazione e cerimonie segrete. In alcuni villaggi, i giovani uomini devono affrontare un rito di iniziazione di sette anni vivendo in un “convento” senza alcun contatto con le donne. Nell’arcipelago delle Bijagos la vita è ancora regolata dal “ciclo delle stagioni”. Durante la lunga stagione secca si svolgono le principali cerimonie. La Vaca Bruto (toro selvaggio) è la maschera più spettacolare delle isole: i danzatori trasmettono una presenza realistica inchinandosi e rivolgendosi a terra. Gli occhi di vetro smerigliato, le corna vere, le orecchie di cuoio e la corda che attraversa le narici conferiscono alla maschera l’aspetto reale di un animale indomito che rappresenta un uomo in pieno possesso della sua forza fisica ma con un comportamento ancora immaturo, poiché non ha ancora subito l’iniziazione finale. Tutti gli abitanti del villaggio partecipano a questa affascinante cerimonia.
Giorno 31: VITA DA ARCIPELAGO – Guinea Bissau
Mattino: relax sulle spiagge selvagge di Ponta Anchaca o presso la piscina, oppure possibilità di fare un’escursione a piedi alla scoperta della vegetazione.
Su richiesta, non incluso: partenza la mattina presto per un’escursione all’isola di Orango alla ricerca di una fauna residua di ippopotami che si è acclimatata alla vita sulle isole, che vive prevalentemente nelle paludi d’acqua dolce e che a volte viene vista nuotare nelle acque salate dell’oceano. Tour con guida locale. L’incontro con gli ippopotami non è garantito.
All’arrivo a Bissau, un veicolo ci attende per una breve visita della città. Bissau è una piccola ma intrigante capitale con una vecchia architettura portoghese e un grande forte risalente alla tratta negriera.
Giorno 32: GRIOT, I CANTASTORIE AFRICANI – Guinea Bissau
Partenza mattutina. Dopo pranzo lasciamo la strada principale per un minuscolo villaggio nella regione abitata dai Malinké.
I Malinké sono i discendenti dell’antico impero del Mali e sono diffusi negli attuali territori di Mali, Guinea Conakry, Costa d’Avorio, Senegal e Guinea Bissau. I Griot sono una casta di cantastorie e musicisti risalente all’Impero del Mali. Il villaggio che visitiamo è noto per le famiglie di Griot che si tramandano queste tradizioni da generazioni, fin dai tempi dell’Impero. Noti anche per la loro abilità nella produzione di strumenti musicali, si esibiranno in un concerto. Arrivo a Gabu.
Giorno 33: IL CUORE REMOTO DELL’ARFICA – Guinea Bissau – Guinea Conakry
Partenza presto per una lunga giornata di viaggio. Ad una frontiera remota passiamo in Guinea (Guinea Conakry, ex Guinea francese), scoprendo una regione con spazi vuoti e selvaggi, spettacolari montagne ricoperte da una savana boscosa, foreste tropicali secche e isolati insediamenti Peul (Fulla) sul massiccio del Fouta Djalon.
Considerata la zona più spettacolare della Guinea, grazie alle montagne, agli altopiani, alla savana e alle profonde valli, il Fouta Djalon è il “serbatoio d’acqua” dell’Africa occidentale. Infatti, 3 fiumi che danno il nome a 4 nazioni: Niger, Nigeria, Senegal e Gambia, hanno la propria sorgente in Guinea.
Questo territorio è abitato dai Peul (chiamati anche Fulla), famosi per la loro bellezza e per essere i principali allevatori di zebù dell’Africa occidentale. Visitiamo villaggi isolati, con grandi case di argilla decorate con bassorilievi, alti tetti conici con diversi strati di paglia.
Giorno 34: IL FOUTA DJALON – Guinea Conakry
Intera giornata dedicata alla scoperta di Fouta Djalon. Lasciando Labe, scopriamo un fantastico ambiente naturale dove le montagne incontrano la savana, le valli profonde e le foreste. Le cascate più alte dell’Africa occidentale sono incorniciate dalla foresta, in un paesaggio incontaminato.
Dopo essere stati presentati agli anziani del villaggio dalle nostre conoscenze e dopo aver offerto i doni tradizionali, come le noci di cola, abbiamo il privilegio di essere ricevuti dai capi e dai dignitari che siedono in consiglio. In una grande capanna rotonda di argilla, con un tetto di paglia decorato, vestito in abiti tradizionali, il discendente di una delle più antiche famiglie reali Peul (Fulla) ci racconta la storia del suo popolo ed accetta di rispondere alle nostre domande sulle origini della sua tribù e sulle regole tradizionali ancora applicate. La “casa a palabra” (la casa della parola), con un bel bassorilievo fatto con un impasto di argilla, acqua e paglia essiccata all’ombra, è in puro stile architettonico Peul (Fulla). Qui i capi si incontravano con l’amministrazione coloniale.
Visita alla villa costruita dal governatore coloniale e successivamente utilizzata dal primo presidente della Guinea indipendente. Il leader dell’indipendenza era Sekou Touré, uno dei politici africani anticolonialisti più radicali; rifiutò qualsiasi collaborazione con i francesi e creò forti legami con l’Unione Sovietica, ed un’amicizia personale con Ceausescu. Alcune ville utilizzate dai ministri e dagli ospiti di Sekou Touré sono reminiscenze di quel periodo.
Arrivo a Dalaba 1.200 m. (3,900 Ft.) d’altitudine.
Giorno 35: BASSORILIEVI AFRICANI – Guinea Conakry
Lasciamo Dalaba seguendo il versante meridionale del massiccio per raggiungere Mamou, Kindia e Forecariah in serata.
Giorni 36 e 37: LA PENISOLA DI FREETOWN, UNA STORIA LUNGA – Guinea – Sierra Leone
La strada raggiunge il confine della Sierra Leone, con arrivo nel tardo pomeriggio a Freetown, la capitale del Paese.
Le origini di Freetown: nel 1786 i primi 380 schiavi africani liberati arrivarono in Sierra Leone dall’America, dove avevano combattuto nella guerra d’indipendenza al fianco degli inglesi. Dopo aver perso la guerra, gli inglesi li inviarono in Sierra Leone e crearono i primi insediamenti di schiavi liberati. Pochi mesi dopo il loro arrivo, i nuovi arrivati morivano di fame, si ammalavano di nuove e sconosciute malattie e litigavano con la popolazione locale, che li sopportava a fatica. Pochi anni dopo, durante la guerra napoleonica, Freetown batteva bandiera britannica e venne attaccata da sette vascelli della marina francese e distrutta. Pochi sopravvissuti si salvarono sulle piroghe inviate dai… commercianti di schiavi. Dal 1807, infatti, in seguito all’abolizione della tratta degli schiavi da parte dell’Impero britannico, le navi dei mercanti di schiavi catturate dalla Marina Britannica liberarono gli schiavi in Sierra Leone. Nel 1808 Freetown divenne la capitale della prima colonia britannica nell’Africa tropicale. A quel tempo i Krio, o ex schiavi, erano più di 50.000, creando un’élite che faceva pressione sull’amministrazione per una migliore istruzione. Nel 1845 fu costruita la “Fourah Bay”, la prima università dell’Africa occidentale. Durante il periodo coloniale Freetown era conosciuta come l'”Atene dell’Africa occidentale”.
Nel pomeriggio percorriamo la costa alle pendici delle montagne della penisola di Freetown … solo il giallo delle spiagge divide il verde della lussureggiante vegetazione dal blu dell’oceano. Il paese prende il nome da queste montagne, le montagne del leone. Una barca locale ci porta a Banana Island.
Giorno 38: L’ISOLA DI BANANA – Sierra Leone
Intera giornata dedicata a circumnavigare, esplorare, camminare e scoprire questa isola incontaminata e le sue montagne immerse nella foresta primaria, i suoi villaggi e le sue spiagge remote. Per i più avventurosi, una mezza giornata a piedi per esplorare la foresta o continuare la circumnavigazione dell’isola.
Pranzo: pic-nic.
Giorno 39: DIAMANTI – Sierra Leone
Dopo pranzo arriviamo a Bo. La ricerca dei diamanti crea dipendenza almeno quanto il gioco d’azzardo. La possibilità di trovare una “fortuna” può diventare realtà solo per pochi. I diamanti hanno avuto un ruolo importante nella recente travagliata storia del paese. La quantità e la qualità delle “pietre” ancora da trovare è importante.
Dopo aver ottenuto il permesso dal capo-villaggio, alcuni abitanti ci conducono al sito dove possiamo incontrare i cercatori di diamanti. Una persona del luogo ci spiega le tecniche di estrazione artigianale e di “lavaggio con la sabbia”.
Giorno 40: BUNDO: MASCHERE FEMMINILI – Sierra Leone – Liberia
Una spettacolare strada attraverso la foresta ci porta al fiume Mano e al confine con la Liberia.
Nella maggior parte dell’Africa, le maschere sono prerogativa maschile, ma presso il popolo Mende e le popolazioni vicine le maschere Bundo sono appannaggio delle donne e hanno un ruolo cruciale nei riti di pubertà delle ragazze. In un piccolo villaggio sperimentiamo l’uscita di queste maschere, un evento che richiama la partecipazione di una folla colorata.
Arrivo a Monrovia in serata.
Giorno 41: LIBERIA: LA TERRA DEGLI UOMINI LIBERI – Liberia
La Liberia è l’unico paese africano a non essere mai stato né una colonia né un protettorato. La Liberia fu fondata dai Krio, gli schiavi liberati di ritorno dagli Stati Uniti, e da queste origini deriva il nome “Liberia”. I Krio rappresentano il 5% della popolazione e sono i principali attori politici ed economici del Paese. Sono considerati i padri della nazione e della sua moderna economia. L’80% della popolazione parla la lingua Krio, una sorta di “Pidgin” anglo-americano.
Il nostro hotel è il miglior punto di partenza per visitare a piedi il centro della città. La massoneria ha avuto un grande impatto sulla storia della Liberia e della cultura Krio. Visita del maestoso tempio massonico per essere ricevuti, con un po’ di fortuna, dal Gran Maestro che ci racconterà l’importante ruolo delle logge massoniche nello sviluppo di questo speciale Paese. Un simbolo di Monrovia è ciò che resta del Ducor Palace Hotel. Inaugurato nel 1960, fu uno dei primi hotel cinque stelle in Africa. Situato su una collina rocciosa nel punto più alto di Monrovia, domina l’intera città e il golfo. L’hotel ha ospitato gli eventi sociali dell’élite africana dei primi decenni dell’indipendenza. Nella grande piscina di fronte all’oceano Idi Amin era solito nuotare con la pistola alla cintura mentre la sua amica Miriam Makeba cantava. Dopo la guerra civile l’edificio è stato saccheggiato più volte: l’hotel è ora abbandonato e chiuso. Ma -trovando il contatto giusto- possiamo visitarlo. Nel 2008 il governo ha stretto un accordo con Gheddafi per ricostruire questo hotel. Tuttavia, il progetto, come molti altri progetti di sviluppo libici, non è mai giunto a conclusione a causa della guerra iniziata da Europa ed America per sovvertire Gheddafi.
L’edificio del Museo Nazionale è esso stesso un esempio di architettura tradizionale Krio. All’interno scopriamo una grande collezione di maschere e oggetti rituali, ma anche una permanente fotografica sulla lunga guerra civile svoltasi fra il 1989 e il 2003. Anche gli antichi edifici coloniali e le chiese Krio in pietra fanno parte di questa intrigante visita della città.
Pranzo e partenza per Gbarnga.
Giorno 42: PONTI DI LIANE – Liberia – Costa d’Avorio
Partenza in mattinata per il confine con la Costa d’Avorio. Dopo le formalità, una strada che attraversa la vegetazione lussureggiante ci conduce ad un villaggio remoto ed a una breve passeggiata fino a uno spettacolare ponte di liane che attraversa un grande fiume nella giungla. I ponti di liana sono capolavori di un’autentica “tecnologia tribale”. Sono costruiti esclusivamente con materiali vegetali, come legno e liane, senza l’uso di chiodi o corde né di altri materiali estranei alla foresta. Solo gli iniziati possono raccogliere le liane e il legno e lasciarli nella foresta; si crede che uno spirito potente costruirà il ponte in una notte. Durante la preparazione di un nuovo ponte non sono ammessi né donne né non-iniziati nella foresta, per garantire la segretezza di questa “tecnologia magica”.
Arrivo in serata alla piccola città di Man, circondata da 18 montagne verdi, capoluogo di questa regione forestale. Trascorriamo due notti in un confortevole hotel di Man.
Giorno 43: LE MASCHERE DAN – Costa d’Avorio
La cittadina di Man è la capitale delle etnie We, Dan e Guéré, note per le loro maschere, considerate tra i capolavori dell’arte africana. Intera giornata alla scoperta della regione di Man.
In un villaggio vicino, incoraggiati dal ritmo incessante dei tam-tam, le maschere escono dalla foresta. Secondo la cosmogonia del popolo Dan, esiste un dio supremo che crea il mondo e comunica con gli uomini solo attraverso i suoi intermediari, le maschere. Durante la danza delle maschere, la distanza tra gli uomini e gli spiriti scompare, gli ordini cosmici e sociali vengono ripristinati e si esprime gratitudine agli dei e agli antenati. Le maschere Dan sono tra le più belle maschere africane, note per l’equilibrio delle loro forme.
Il mercato di Man è un mercato importante, che richiama sia gli abitanti dei villaggi provengono di tutta la regione e sia quelli dei Paesi vicini. È possibile trovare un’ampia scelta di prodotti artigianali e, con un po’ di fortuna, maschere autentiche e oggetti tradizionali.
Giorno 44: TRADIZIONI MAGICHE- Costa D’Avorio
L’intera giornata è dedicata a scoprire la cultura tribale e le tradizioni magiche.
Veicoli 4X4 saranno necessari per raggiungere una remota regione dove l’arrivo degli stranieri è ancora un evento raro. La pista attraverso rudimentali ponti fatti di tronchi ci conduce ad un isolato insediamento abitato dai Gueré le cui maschere sono riconosciute e collezionate per la loro potente forza espressiva. Le maschere danzeranno per il villaggio.
Se siamo fortunati potremo assistere alla rara performance dei Jongleurs, un’antica tradizione che sta scomparendo. Le ragazze iniziate, con il viso dipinto di caolino bianco, si esibiscono in una spettacolare danza acrobatica, “volando” da un danzatore all’altro…
Torniamo sulla strada principale per raggiungere la cittadina di Daloa in serata.
Giorno 45: UNA CATTEDRALE NELLA SAVANA – Costa d’Avorio
Giornata di guida a sud-est. Continuiamo il nostro viaggio attraverso piantagioni di caffè e cacao, punteggiate solo da piccoli villaggi. La Costa d’Avorio è il principale produttore di cacao al mondo, il secondo è il Ghana e insieme rappresentano più della metà della produzione mondiale di cacao.
In un villaggio della tribù dei Guro, assistiamo ad una danza delle maschere Zaouli. La maschera Zaouli è stata probabilmente ispirata da una ragazza di nome “Djela Lou Zaouli”, tuttavia le storie sulle origini della maschera sono varie e ogni maschera può avere una propria storia simbolica. L’unicità della danza Zaouli è il movimento fine e sofisticato delle gambe e dei piedi.
Nel pomeriggio raggiungiamo Yamoussoukro, capitale formale del Paese dal 1983 e villaggio natale di Houphouët-Boigny, il primo Presidente della Costa d’Avorio. Qui si è realizzato il sogno ivoriano degli anni ’70 e ’80, quello di un Paese che, nonostante la carenza di importanti risorse naturali, ha costruito la più fiorente economia dell’Africa occidentale francofona, tanto da rivaleggiare per stile architettonico e dimensioni con le capitali europee.
Visitiamo la Basilica della Vergine della Pace, ispirata a San Pietro a Roma, è il più grande edificio cristiano della terra, le alte vetrate colorate sono uniche. In città, vediamo ampi viali dove le poche auto cercano di evitare le grandi buche, gli Zebù e le galline. Gli enormi edifici governativi, i grandi alberghi alti fino a 14 piani e persino un lago artificiale abitato da coccodrilli, tutto ha un aspetto abbandonato. Ciò che colpisce di più è la sensazione di vuoto dovuta al nulla che circonda questa illusione… Nonostante il titolo di capitale, i ministeri, le ambasciate e la stessa presidenza della repubblica sono rimasti ad Abidjan.
Giorno 46: ABIDJAN, GRATTACIELI E LAGUNE – Costa d’Avorio
Percorriamo l’unica autostrada del Paese per raggiungere Abidjan in tarda mattinata. Al di là della laguna, il “plateau” (il quartiere degli affari della città) sta crescendo molto velocemente, mentre la maggior parte delle città africane cresce in orizzontale, Abidjan cresce in verticale. Qui non c’è molta terra disponibile e la poca presente deve essere continuamente recuperata dalle acque della laguna di Ebrié. Il moderno quartiere degli affari è definito ad ovest dal porto e dalle sue interminabili code di persone in attesa di un battello pubblico, e ad est dalla sagoma della Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, costruita con spirito futuristico dall’architetto italiano Aldo Spirito nel 1980. Nel quartiere Youpugon incontriamo i Fanico che lavano i panni nel fiume e li asciugano sui prati circostanti. Centinaia di tessuti colorati stesi sull’erba creano un gigantesco patchwork. Il traffico caotico è un risultato negativo del rapido sviluppo economico di questo Paese, che dopo la guerra civile ha raggiunto in alcuni anni una crescita del 6% del PIL. Visita di questa moderna e colorata metropoli africana.
Giorno 47: GRAND BASSAM – Costa d’Avorio
Breve viaggio in auto fino a Grand Bassam, un’antica città costruita su un banco di sabbia tra la laguna e l’oceano. Fu la prima capitale della colonia francese della Costa d’Avorio e oggi è un luogo di svago marittimo per gli abidjanesi. Grazie ai suoi tranquilli viali ombreggiati da alti alberi, alle grandi bouganville e agli edifici coloniali ben conservati, Grand Bassam ha un’atmosfera magica. Il vecchio ufficio postale è un gioiello di architettura coloniale. Il Museo del Costume, nell’ex palazzo del governatore, con la sua grande scalinata esterna è un vero gioiello architettonico e la sua collezione unica di costumi tribali, maschere, ornamenti e fotografie etnografiche offre un’interessante percezione della storia e della cultura del Paese. Nel tardo pomeriggio raggiungiamo la cittadina di Aboisso.
Cena a “La Place”, una piazza vivace con molti tavoli che offrono una scelta di diversi cibi di strada e bevande.
Giorno 48: LA COSTA D’ORO – Costa d’Avorio – Ghana
Dalla Costa d’Avorio alla Costa d’Oro. Partenza anticipata verso il confine con il Ghana. L’abbondanza di oro spinse i primi navigatori portoghesi, che scoprirono questa regione nel XV secolo, a chiamarla Costa d’Oro, nome che fu cambiato in Ghana al momento dell’indipendenza nel 1957. Una volta arrivati ad Axim, visitiamo il forte di Sant’Antonio, costruito dai portoghesi nel 1515 su una baia vicino all’estuario del fiume Ankobra, in una regione ricca di oro. La costa del Ghana è unica in tutta l’Africa per la concentrazione di antichi castelli e fortezze. Nel corso di tre secoli, più di 80 fortificazioni sono state costruite dagli europei, per commerciare soprattutto oro, avorio e schiavi.
Giorno 49: L’ATMOSFERA UNICA DI ELMINA – Ghana
Intera giornata dedicata alla scoperta degli antichi castelli della tratta degli schiavi, e dei santuari animistici.
Dopo una sosta a Cape Coast, visitiamo il castello di Elmina, il più antico e il più grande.
Elmina: un nome legato alla storia dell’Africa, ma anche alla storia dell’intera umanità. Nel 1482 Cristoforo Colombo e Bartolomeo Diaz sbarcarono qui con dodici caravelle per costruire un castello sotto l’autorità portoghese. Il sito fu scelto anche in considerazione della possibilità di acquistare polvere d’oro. Iniziò così la storia di Elmina: un castello, un porto, un villaggio, che oggi celebrano il record di oltre cinque secoli di continui contatti e scambi commerciali tra africani ed europei. Il castello che visitiamo oggi è il risultato dei lavori effettuati nel corso dei secoli da portoghesi, olandesi, inglesi e autorità locali. Nel corso della sua storia è stato inizialmente utilizzato come fattoria fortificata per rifornire di verdure, frutta e cibo fresco le navi in rotta verso le Indie, ma allo stesso tempo come base per l’acquisto di polvere d’oro, avorio e legname pregiato. Nel XVIII secolo il castello raggiunse la sua attuale estensione quando divenne uno dei principali centri di raccolta degli schiavi da inviare nelle Americhe. Oggi il castello è riconosciuto come patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.
Il porto di pesca di fronte al castello ospita centinaia di piroghe di legno colorate.
I vicoli di questo antico villaggio di pescatori ci regalano un’atmosfera vivace e unica, antichi edifici portoghesi, olandesi e inglesi, oggi abitati dalla gente del posto, ci riportano all’epoca precedente l’era coloniale, quando Elmina era il principale luogo di scambio e commercio tra europei e africani.
In un paese vicino scopriamo i Posuban, santuari delle “compagnie Asafo” dove i “guerrieri” Asafo versano ancora libagioni.
Giorno 50: ASHANTI – Ghana
Arrivo in tarda mattinata a Kumasi, la capitale storica e spirituale dell’antico Regno Ashanti. Gli Ashanti furono una delle nazioni più potenti dell’Africa fino alla fine del XIX secolo, quando gli inglesi annessero il Regno Ashanti alla colonia della Costa d’Oro. Gli onori che ancora oggi vengono tributati all’Asantehene (il re) testimoniano il passato splendore e potere degli Ashanti. Con oltre tre milioni di abitanti, Kumasi è una città tentacolare con un fantastico mercato centrale, uno dei più grandi dell’Africa. Qui si trovano ogni tipo di artigianato Ashanti (articoli in pelle, ceramiche, tessuti Kente) e praticamente ogni tipo di frutta e verdura tropicale.
La visita include il Centro culturale Ashanti, una ricca collezione di manufatti Ashanti ospitata in un’interessante riproduzione di un’antica casa Ashanti. Nel pomeriggio partecipiamo – se disponibile – a un tradizionale funerale Ashanti, in cui i familiari in lutto indossano toghe rosse o nere. Diciamo “funerale” ma significa celebrazione “festosa”, lo spirito del defunto si crede torni alla sua famiglia e attraverso questa cerimonia diventa uno spirito antenato che protegge le sue genti. Parenti e amici si riuniscono e celebrano il suo ritorno.
Giorno 51: ACCRA “LA CAPITALE” – Ghana
Arriviamo ad Accra nel primo pomeriggio. La capitale del Ghana ha mantenuto la sua particolare identità nonostante il rapido sviluppo in atto in questa grande metropoli africana.
Di fronte all’oceano brulica la vita dei quartieri autoctoni, come James Town, ovvero l’insediamento originale della capitale, abitato dalla popolazione Ga. Ne godiamo l’atmosfera e visitiamo le testimonianze del periodo della tratta.
Oltre Osu, sede del palazzo presidenziale, si trova il quartiere dove abitano i fabbricanti di bare, dalle forme fantasiose. Con estro, questi artigiani creano bare a forma di frutti, pesci, aerei, animali… l’unico limite è la fantasia!
Opzionale, è possibile organizzare la serata in uno dei club musicali più tipici della città.
Giorno 52: LOME, CAPITALE A MISURA D’UOMO, COSMOPOLITA ED ELEGANTE – Ghana – Togo
Partenza mattutina verso il confine con il Togo. Lome è una delle rare capitali situate al confine del Paese, l’unica città africana che è stata governata successivamente da tedeschi, britannici e francesi e che ha attirato un’importante comunità di commercianti provenienti da diversi Paesi africani e, persino, dal Brasile. Questi elementi ed influenze hanno sviluppato uno stile di vita, una cucina e un’architettura unici. Lome è ancora oggi un punto d’incontro di persone, commerci e culture. Visitiamo il mercato centrale con le “Nana Benz”, donne che controllano il mercato dei costosi “pagne” (tessuti colorati) venduti in tutta l’Africa occidentale; gli edifici coloniali e il più grande “mercato dei feticci” di tutto il continente africano, dove si può trovare un eclettico assortimento di tutti gli ingredienti necessari per pozioni d’amore, intrugli magici e incantesimi vudù. Lome è anche un importante centro commerciale per l’artigianato e l’arte tribale.
Serata, facoltativa, nei club musicali della città.
Giorno 53: VUDÙ – Togo -Benin
Il Vudù è la religione principale delle zone costiere del Togo e del Benin; autentiche cerimonie sono praticate dai numerosi adepti. Il ritmo frenetico dei tamburi e i canti degli iniziati “chiamano” gli spiriti che si manifestano possedendo qualche partecipante che cade in una profonda trance, gli occhi si rovesciano all’indietro, smorfie, convulsioni, insensibilità al fuoco o al dolore. Sakpata, Heviosso, Mami Water sono solo alcune delle divinità Vudù che possono manifestarsi. Circondati dall’atmosfera magica della cerimonia, comprendiamo che cosa intende la gente del posto quando dice: “Nelle vostre chiese pregate Dio; nel nostro santuario Voodoo diventiamo Dei!”.
Confine con il Benin e arrivo alla cittadina di Grand Popo.
Giorno 54: OUIDAH, CULTURA AFRO-BRASILIANA – Benin
Tra lagune e oceano, scopriamo il culto di Zangbeto. La maschera di Zangbeto è molto alta e ricoperta di paglia colorata. Rappresenta gli spiriti selvaggi non-umani (le forze della natura che abitavano la Terra prima dell’uomo). Chi indossa la maschera appartiene a una società segreta e tiene nascosta la propria identità. La danza degli Zangbeto è un evento per tutto il villaggio. Questa esibizione garantisce protezione contro gli spiriti maligni e la stregoneria. Il movimento rotatorio della maschera simboleggia la purificazione spirituale del villaggio e lo Zangbeto compie anche “miracoli” per dimostrare i suoi poteri.
Ci muoviamo in direzione di Ouidah, questa piccola città fu conquistata dal Regno del Dahomey nel XVIII secolo e divenne il principale porto di spedizione degli schiavi. La visita inizia seguendo la “strada degli schiavi” fino alla riva, alla “porta del non ritorno” dove gli schiavi venivano spediti nelle Americhe.
Ouidah gode di una rara architettura afro-brasiliana, come un mix unico di culture in cui il tempio del pitone si trova di fronte alla cattedrale cattolica. L’atteggiamento rilassato della gente del posto si fonde con il fragore delle onde lontane e il ritmo dei tamburi sembra riportare l’eco mormorante delle colonne di schiavi che si imbarcavano da queste spiagge – un’atmosfera senza tempo descritta da Bruce Chatwin nel suo romanzo “Il Viceré di Ouidah”. A piedi visitiamo il Tempio del Pitone e il Forte Portoghese (attualmente chiuso perché in fase di ristrutturazione), ora un piccolo ma interessante museo sulla storia di Ouidah, sulla tratta transatlantica degli schiavi e sui legami che il commercio ha creato tra i Paesi costieri dell’Africa occidentale e la cultura vudù dei Caraibi.
Giorno 55: IL VILLAGGIO SU PALAFITTE – Benin
Guidiamo per chilometri sulla pista dei pescatori tra spiagge infinite, alte palme, capanne dai tetti di paglia e piroghe colorate. Lasciamo i nostri veicoli e attraversiamo il lago Nokwe su una barca a motore per raggiungere Ganvié, il più grande e più bel villaggio africano su palafitte. I circa 25.000 abitanti fanno parte dell’etnia Tofinou e costruiscono le loro case di legno su palafitte di teak. L’allevamento di pesci con un’antica tecnologia tribale è la loro attività principale. Ganvié è riuscito a preservare le sue tradizioni e il suo ambiente nonostante la lunga presenza umana in un ambiente chiuso; il lago non è sovra-sfruttato. La vita quotidiana si svolge nelle canoe scavate che adulti e bambini remano con facilità usando pagaie dai colori vivaci. Da queste canoe, gli uomini pescano, le donne espongono merci al “mercato galleggiante”, i bambini vanno a scuola e giocano. A Ganvie si dice che i bambini imparino prima a nuotare che a camminare.
Camera giornaliera disponibile a Cotonou e trasferimento all’aeroporto. Fine dei nostri servizi.
SU RUCHIESTA: PRE-ESTENSIONE IN MAROCCO