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2025 – FESTIVAL DEL VUDU’, 14 giorni: Ghana, Togo e Benin

2025 – FESTIVAL DEL VUDU’, 14 giorni: Ghana, Togo e Benin

Giorni:
14
Tipo di viaggio:
Evento speciale
Gruppo internazionale
Gruppo:
Da 2 a 16 partecipanti
PREZZI per persona:
- GRUPPO DI 6 O PIU' PARTECIPANTI: 3930 €
- Supplemento camera singola: 705 €
GUIDA: parlante Italiano, Inglese, Francese
Acconto al momento della prenotazione:

1.179,00

L'acconto è inteso come 30% del totale. Per maggiori informazioni, puoi visionare la nostra informativa.

GHANA, TOGO e BENIN

In Benin il 10 gennaio è un giorno speciale durante il quale la popolazione celebra i culti ancestrali.
I partecipanti sono abbigliati con costumi tradizionali: il bianco è il colore predominante…

PARTENZA: 08 Gennaio 2025

PREZZO DA: 3930 €

È possibile prenotare online fino a 30 giorni prima della partenza.
Per prenotazioni entro 30 giorni dalla data di partenza, contattare il nostro team: transafrica@transafrica.biz

Sconto:
Data Partenza:
  • 8 Gennaio 2025 - 21 Gennaio 2025
Totale: 1179

Offerta Speciale

Descrizione

GHANA, TOGO e BENIN

In Benin il 10 gennaio è un giorno speciale durante il quale la popolazione celebra i culti ancestrali.

I partecipanti sono abbigliati con costumi tradizionali: il bianco è il colore predominante, vivacizzato dalle coloratissime perline di vetro.

Danze, libagioni, maschere caratterizzano la mattinata.

Il nostro viaggio continuerà mostrando il meglio di Benin, Togo e Ghana.  Conosceremo i Taneka e i Tamberma che costruiscono le case come piccoli castelli in argilla ed a Kumasi entreremo nel regno degli Ashanti, partecipando al grandioso festival dell’Akwasidae. Termineremo il viaggio esplorando l’ex Costa degli schiavi e i forti costruiti dagli europei.

Uno dei viaggi più completi e spettacolari in Africa Occidentale.  Per tutti quei viaggiatori che vogliono scoprire questa incredibile regione ed innamorarsi dell’Africa.

 

Giorno 1: LOME, Gulfo di Guinea TOGO
Arrivo a Lome (Togo) e trasferimento all’ hotel.

Giorno 2: MERCATO DEI FETICCI, da Lomé a Grand Popo (120 km – tempo di trasferimento 3 h) – TOGO & BENIN
Tour della città di Lomé.
Lomé, la vibrante capitale del Togo, è l’unica città africana che è stata una colonia di tedeschi, inglesi e francesi. E’ anche una delle poche capitali del mondo al confine con un’altra nazione. Questi elementi hanno portato allo sviluppo di un’identità unica, che si riflette nello stile di vita dei suoi abitanti e nell’architettura della città: Lomé è un crocevia di persone e commerci, una città cosmopolita di ridotte dimensioni. Visiteremo infatti il mercato centrale con le sue famose “Nana Benz”, le donne che controllano il mercato dei costosi “pagne” (tessuti) provenienti dall’Europa e venduti in tutta l’Africa Occidentale; gli edifici coloniali nel quartiere amministrativo dove il sapore del tempo coloniale è ancora molto presente; e il mercato dei feticci dove possiamo trovare un assortimento eclettico di tutti gli ingredienti necessari per pozioni d’amore e intrugli magici.
Più tardi ci spostiamo nell’entroterra ed entriamo nel mondo voodoo. Incontro con un guaritore tradizionale. I guaritori tradizionali curano i loro pazienti combinando riti voodoo con la loro profonda conoscenza delle erbe. Le sue terapie sono ritenute efficaci per quasi tutte le malattie, soprattutto per la pazzia.
Passaggio della frontiera del Benin e trasferimento verso Grand Popo

Giorno 3: FESTIVAL DEL VUDU’, da Grand Popo a Ouidah (50 km – tempo di trasferimento 1 h) – BENIN
Oggi 10 gennaio è un giorno di festa nazionale in Benin, in onore della religione tradizionale. Ci trasferiamo verso un sito dove si celebra il festival Vudù, in modo tradizionale e senza la partecipazione di un gran numero di turisti e di una folla proveniente dalla città, che crea lunghe file di auto e parcheggi congestionati. In questo festival più intimo potremo assistere a vere e proprie danze di maschere sacre, seguaci di Vudù con costumi colorati e piume rosse, sacerdoti animisti con la loro corte di iniziati, tamburi, danze e la partecipazione entusiasta degli abitanti dei villaggi di tutta la regione.
Più tardi ci dirigiamo verso Ouidah e il festival più famoso del Paese. Qui si tengono decine di cerimonie vudù che richiamano migliaia di adepti, capi tradizionali e sacerdoti feticisti. Vedremo anche diverse maschere. I capi Vudù di alto rango saranno presenti indossando i costumi tradizionali.

Giorno 4: VILLAGGI SU PALAFITTE, da Ouidah a Ganvie e ritorno (100 km – tempo di trasferimento 3 h) – BENIN 
Seguito e fine delle visite in Ouidah.
Ouidah é considerata la capitale del vudù africano. In questa città, antico porto del traffico negriero dalle rare architetture afro-brasiliane, coabitano uno di fronte all’altro, in perfetto sincretismo, il tempio dei pitoni e la cattedrale cattolica. La lentezza dei personaggi inondati dal sole… il battito lontano delle onde sulla spiaggia… il ritmo dei tamburi sembrano riportare l’eco mormorante delle colonne di schiavi imbarcati su queste spiagge. Un’atmosfera “fuori del tempo”, perfettamente  descritta da Chatwin nel suo libro « Il viceré di Ouidah ».
Vicino alla costa oceanica si estende una regione lacustre che accoglie Ganvie, bellissimo ed esteso villaggio su palafitte. Una grande piroga ci condurrà attraversando il Lago Nokwe. Gli abitanti dell’etnia Tofinou   costruiscono le loro capanne su pali di teck e ricoprono i tetti delle abitazioni con una spessa coltre di paglia. La pesca è l’attività principale di questa popolazione il cui isolamento ha permesso di conservare le abitudini e le regole del tempo che fu. Sulle piroghe, che uomini, donne e bambini conducono con facilità con l’aiuto di lunghe pertiche, si scandisce la vita quotidiana. È sulla piroga che si va a pesca, ci si sposta, si canta accompagnando il ritmo delle pertiche, sulle piroghe le donne mettono in mostra le merci da vendere al mercato e i bimbi vanno a giocare e a scuola.

Giorno 4: ABOMEY, da Ouidah a Dassa (250 km – tempo di trasferimento 5 h) – BENIN 
Oggi, domenica, assistiamo alla funzione del culto della Chiesa Celeste. Decine di persone, vestite di bianco, si riuniscono per una preghiera sincretica, in cui si mescolano simboli cristiani e sensibilità animiste, dando vita a una celebrazione vivace, scandita da preghiere e scene di possessione.
Raggiungeremo Abomey, dove incontreremo la comunità dei “forgerons”, da secoli al servizio dei re per la produzione di armi ed altri utensili.
Assisteremo ad un’uscita di maschere. Vedremo l’esibizione degli adepti di Sakpata, il dio del vaiolo, che danzano con il petto coperto da una collana di conchiglie di vacca, e di alcune maschere umoristiche che fanno danze acrobatiche sui trampoli.

Giorno 5: PASTORI, da Dassa a Djougou (260 km – tempo di trasferimento 4 h) – BENIN
Sosteremo presso il feticcio di Dankoli, importante luogo di culto vudù. La presenza di diversi bastoncini di legno ricorda l’innumerevole serie di preghiere che sono state rivolte al dio locale per soddisfare i bisogni della vita di tutti i giorni: un buon raccolto, un felice matrimonio, un parto senza problemi, una promozione scolastica…. Una volta esaudita la preghiera, il richiedente torna sul luogo del feticcio per sacrificare ciò che aveva promesso: un pollo, una mucca, una capra. Le tracce di sangue, vino di palma e olio di palma che cospargono il feticcio provano che tante persone hanno visto la loro preghiera esaudirsi.
Nel pomeriggio sosta presso un campo peul.
I Peul i sono principalmente pastori. Gli uomini si spostano con le mandrie, mentre le donne si occupano dell’accampamento, mungono le mucche e producono il burro da vendere al mercato.
Sono famosi per la loro bellezza. Belli i tatuaggi sul viso che mandano messaggi a chi capisce la lingua; belli i corpi snelli che guardano le loro mandrie stagliarsi come un puntino all’orizzonte; belli gli occhi capaci di contenere tanti paesaggi contemplati durante le loro migrazioni per trovare pascoli. La loro bellezza è proporzionale alla loro lentezza. Figure misteriose: sembrano essere più lenti di tutti e allo stesso tempo si muovono più di tutti. Ecco il mistero di un popolo che ha imparato a domare il tempo e lo spazio, la storia e la geografia.

Giorno 6: COLLINA DEI FETICCI, da Djougou a Kara  (100 km – tempo di trasferimento 3 h) – BENIN – TOGO
Raggiungeremo gli antichi villaggi Taneka, situati alle pendici dei monti omonimi. Questi villaggi sono composti da capanne rotonde dai tetti conici e protetti al centro da vasi di terracotta. La parte superiore dei villaggi è abitata dai sacerdoti dei feticci, abbigliati con pelle di capra, e dai giovani iniziati. Pare che i primi abitanti, d’origine Kabyé, abbiano occupato la montagna nel IX secolo d.C. Da allora altre popolazioni si sono unite a loro formando una specie di melting-pot. Ogni gruppo ha conservato i propri culti ed i propri riti d’iniziazione, e nello stesso tempo hanno creato istituzioni politiche e religiose comuni. Mentre si cammina tra case a tetto conico, su viuzze delimitate da pietre lisce, capita d’incontrare giovani e adulti con il capo raso, semi nudi. Si preparano alle celebrazioni iniziatiche. I Taneka, considerano che per «fare» un uomo ci vuole tempo, pazienza, e tanto… sangue d’animali sacrificati. Insomma, un processo lungo tutta un’esistenza, a tal punto che la vita stessa diventa un rito di passaggio.
Passaggio della frontiera del Togo
Nel pomeriggio, ci godremo una facile passeggiata alla scoperta dei villaggi Kabye che vivono in cima alle montagne per sperimentare un’accoglienza spontanea e amichevole.  Le abitazioni Kabye, chiamate “Soukala”, sono composte da diverse capanne di adobe unite da un muro. Ogni abitazione è di proprietà di una famiglia patriarcale. Nei villaggi situati in cima alle montagne, le donne sono ceramiste che utilizzano una tecnica ancestrale senza ruota, mentre gli uomini sono fabbri che lavorano ancora il ferro con pietre pesanti invece che con martelli e incudini come nei primi anni dell’Età del Ferro. Seguiamo il processo di modellazione di una zappa.
Arriviamo a Kara.

Giorno 7: CASTELLI D’ARGILLA, da Kara a Sokode (175 km – tempo di trasferimento 4 h) –TOGO
Oggi entriamo nella terra dei Tamberma. In questo paesaggio di dolci colline e altipiani incontreremo i Somba che vivono in abitazioni fortificate. Simili nella forma ai nostri castelli medievali, queste abitazioni rappresentano uno dei più begli esempi di antica architettura africana.  Il loro stile impressionò Le Corbusier, che le definì “architettura scultorea”. In effetti le case sono costruite a mano, strato su strato, aggiungendo palle di fango che sono poi modellate sul disegno della casa in una sorta di sensuale gesto che mixa forza, accuratezza ed estetica.
L’attaccamento alle loro tradizioni è dimostrato dalla presenza di grandi santuari di forma fallica posti all’entrata delle case. Con il premesso accordatoci dagli abitanti entreremo nelle case per meglio comprenderne lo stile di vita.   In realtà le abitazioni sono una proiezione antropologica e cosmologica: Il primo piano avvolto nell’oscurità rappresenta la morte ed è il luogo degli antenati, il secondo piano aperto al cielo rappresenta la vita ed è il luogo dove le nonne accudiscono i piccoli, fino a quando è individuato quale antenato è ritornato a vivere nel nuovo nato.
Tutto il cibo e gli animali vengono custoditi all’interno delle case, in modo da garantire la sopravvivenza del gruppo famigliare in caso di attacco nemico.  Per secoli queste popolazioni hanno sfruttato il difficile accesso ai loro territori offerto dalla catena dei monti Atakora per difendersi dalla schiavitù praticata dai mercanti musulmani del Nord dell’Africa. L’area è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.
In serata, danza del fuoco. Al centro del villaggio un grande fuoco illumina i volti dei partecipanti che danzano al ritmo ipnotico dei tamburi prima di tuffarsi nelle braci ardenti. Raccolgono tizzoni incandescenti e li passano più volte sul corpo oltre che portarli alla bocca, quasi li dovessero ingoiare. Nessuna ferita e nessun segno di dolore compare sui volti dei danzatori. Si tratta di coraggio? Auto-suggestione? Magia? Difficile spiegare una tale performance.
Forse sono davvero i loro feticci che li proteggono dal fuoco.

Giorno 8: STREGHE, da Kara a Tamale (290 km – tempo di trasferimento 6 h) TOGO – GHANA
Frontiera del Ghana (Natchamba / Tatali)
La pista ci condurrà al confine con il Ghana e quindi in una regione raramente visitata dove vivono i Dagomba, i quali costruiscono rotonde capanne in argilla con il tetto di paglia. La casa del capo villaggio è caratteristica: grande e con un palo centrale a sostegno del tetto, E’ qui che si tiene il consiglio degli anziani.
Stop in un villaggio Konkomba, popolato da… streghe. In un contesto di architettura tradizionale saremo accolti cordialmente da donne sulle quali pesa l’accusa di essere delle streghe. Considerate come responsabili di fatti gravi quali la morte di un giovane, una malattia improvvisa, un raccolto mal riuscito… queste donne sono esiliate in appositi villaggi, dove la presenza di un feticcio speciale è in grado di “controllarle”. La loro accoglienza gentile e sorridente fa da contrasto con le storie gravi che giustificano il loro esilio. Un’architettura tradizionale semplice, riadattata alle esigenze di una comunità speciale fa da cornice ad un villaggio esteso e pulito.

Giorno 9: SCIMMIE SACRE, da Tamale a Techiman (270 km – tempo di trasferimento 5 h) GHANA
Nella regione Brong Afo abbandoneremo la strada principale per seguire la pista che ci condurrà alla foresta sacra.  La popolazione locale considera le scimmie Monas e Colobus quali loro totem. Il risultato è che qui abbiamo la più grande comunità al mondo delle suddette specie.
Cammineremo nella foresta accanto ad alberi giganti ed immersi nella luce smeraldina e l’incontro con le scimmie non sarà raro.

Giorno 10: ASHANTI, da Techiman a Kumasi (150 km – tempo di trasferimento 4 h) – GHANA
Kumasi capitale storica e spirituale dell’antico Regno Ashanti. Il popolo Ashanti fu uno dei regni più potenti dell’Africa fino alla fine del XIX sec., quando gli Inglesi decisero di annetterlo alla loro colonia chiamata Gold Coast. Gli onori ancora oggi resi all’Asantehene (il Re) testimoniano del passato splendore e della potenza Ashanti. Oggi Kumasi, con circa tre milioni di abitanti, è una città spumeggiante con un fantastico mercato centrale, uno dei più grandi d’Africa. Ogni tipo di manufatto Ashanti (pelletteria, ceramiche, tessuti kente ed adinkra) si trova qui, insieme a quasi tutti i tipi di frutta tropicale e verdura.
In agenda avremo una visita al centro culturale Ashanti che possiede una ricca collezione di manufatti collocati all’interno della riproduzione di una casa Ashanti.
Nel pomeriggio, se in svolgimento, potremo assistere ai “funerali ashanti”, che in realtà sono una celebrazione festosa. Rituale celebrato mesi o anni dopo il decesso per permettere allo spirito del defunto di guadagnare lo status di antenato e divenire protettore di tutto il clan. I partecipanti esibiranno tessuti rossi e neri. I capi, all’ombra di grandi parasoli colorati, partecipano alle celebrazioni circondati da tutta la loro corte. Anche noi, seguendo il protocollo tradizionale, saremo accettati alla cerimonia per assistere alle danze tradizionali che celebrano le gesta degli antenati ed hanno una marcata simbologia erotica.

Giorno 11: REGNI DELL’ORO, Kumasi (trasferimenti) – GHANA
Proseguiremo con la visita di Kumasi. Il Museo del Palazzo Reale ci aprirà le porte, con la sua collezione unica d’oggettistica ashanti.
Akwasidae Festival: Nel calendario Ashanti, ogni anno alcuni giorni sono riservati ad una particolare celebrazione presso il Palazzo Reale.
Durante la cerimonia il re siede sotto un grande e variopinto parasole, indossa tessuti vivaci oltre ad antichi gioielli d’oro massiccio (i gioielli e le maschere in oro ashanti fanno parte dei capolavori dell’arte africana). Davanti al monarca si apre uno stretto corridoio formato da portatori di spade e custodi dei coltelli rituali, guardiani armati di fucili ad avancarica, dignitari con ventagli di piume di struzzo. Ai lati del re siedono gli anziani e i consiglieri sotto l’autorità del “portaparola”, il linguista regale, che tiene in mano i simboli del potere ricoperti d’oro. Mentre i cortigiani offrono i propri doni, i griots (cantastorie) recitano la storia dinastica dei re Ashanti. Suonatori di tamburi e di trombe d’avorio scandiscono il ritmo della celebrazione. Danzatrici corpulente, avvolte in tessuti rosso sgargiante, eseguono danze tradizionali caratterizzate da un’alternanza di movimenti delicati e di spostamenti rapidi da una parte all’altra della scena. La regina madre si unisce alla festa accompagnata dalla sua corte, tutta composta da donne. Questa cerimonia tradizionale si svolge in uno degli ultimi regni africani ad aver conservato gli antichi rituali. Vivremo l’atmosfera, il sapore, lo splendore dei grandi monarchi delle foreste.

Giorno 12: I CASTELLI DELLA TRATTA, da Kumasi ad Anomabu (250 km – tempo di trasferimento 4 h) – GHANA
Ritorno sulla costa e visita di Cape Coast ed in particolare del suo castello, costruito dagli Svedesi nel 1653. Dal 1657 al 1664 cambiò mano 5 volte. Fu conquistato da Danesi, Olandesi, una tribù locale ed infine dai Britannici, che ne fecero il loro quartiere generale fino alla fine del XIX secolo. Riconosciuto dall’Unesco come patrimonio dell’umanità, accoglie ora un interessante museo sulla tratta degli schiavi. Da qui, infatti, partirono migliaia di prigionieri, rivenduti come schiavi ed utilizzati nelle piantagioni americane.
La cittadina, prima capitale della colonia britannica, conserva le tracce del passato coloniale. Sulle spiagge circostanti i pescatori perpetuano tecniche di pesca ancestrali, sfidando le furie dell’oceano per strapparvi abbondanti raccolte di pesce

Giorno 13: ELMINA, ElminaGHANA
Il canopy di Kakum, un ponte di corde assicurato a dei cavi in acciaio, rappresenta il ponte più lungo e più alto di questo genere in tutto il mondo. Da un’altezza di 30 – 40 metri si può avere una vista del tutto originale sulla foresta. Invece di mostrare i loro tronchi, gli alberi offrono allo sguardo le loro sommità slanciate alla ricerca di cielo e di sole.
Elmina, la più antica costruzione europea a sud del Sahara.
Elmina: un nome legato alla storia dell’Africa, ma anche alla storia di tutta l’umanità. Nel 1482 Cristoforo Colombo e Bartolomeo Diaz approdarono qui con dodici caravelle per costruire un castello sotto l’autorità portoghese. I luoghi scelti erano legati anche alla possibilità di acquisto della polvere d’oro. Così ebbe inizio la storia d’Elmina: un castello, un porto, un villaggio, che oggi festeggiano il record di oltre cinque secoli di continui contatti e commerci tra africani ed europei. Il castello che si visita oggi è il risultato dei lavori realizzati da portoghesi, olandesi, inglesi e autorità locali. Nel corso della sua storia è stato utilizzato inizialmente come fattoria fortificata per rifornire di verdure, frutta e cibo fresco le navi che facevano rotta lungo la via delle Indie, e nello stesso tempo come base per l’acquisto della polvere d’oro, dell’avorio, e dei legnami pregiati. Nel XVIII secolo il castello raggiunse la sua estensione attuale quando divenne uno dei principali centri di raccolta degli schiavi da inviare nelle Americhe. Oggi è riconosciuto “Patrimonio dell’Umanità” dall’UNESCO.
La cittadella d’Elmina è un tipico porto di pesca con centinaia di grandi piroghe colorate che tutti i giorni affrontano l’oceano. I vicoli di quest’antico villaggio di pescatori ci faranno respirare un’atmosfera vivace ed unica.
In una città vicina scopriremo i Posuban, santuari delle compagnie Asafo dove i guerrieri Asafo versano ancora libagioni.

Giorno 14: METROPOLI, da Anomabu ad Accra (180 km – tempo di trasferimento 3 h) – GHANA
Ci dirigiamo ad Accra.
Grande città africana, in rapida evoluzione, Accra ha saputo conservare un’identità che si riflette sia nei quartieri moderni, che in quelli più vecchi, dove si moltiplicano le attività tradizionali.
I verdeggianti quartieri amministrativi, composti da eleganti ville della prima metà del Novecento, ci ricordano che questa fu la più prosperosa delle colonie d’ Africa.
Di fronte all’oceano si organizza la vita dei quartieri autoctoni. James Town: un villaggio circondato da una città. Qui le attività economiche seguono criteri ben diversi da quelli che governano la city, distante solamente qualche centinaio di metri.
Oltre Osu, che era sede del palazzo presidenziale, si trova il quartiere dove abitano i fabbricanti di sarcofagi, dalle forme “fantasy”. Con estro, creano bare a forma di frutti, pesci, aerei, animali… Questi bizzarri manufatti oltre ad essere aprezzati localmente hanno fatto mostra di sè in prestigiose esposizioni internazionali.
In serata trasferimento in aeroporto per il vostro volo di rientro.

 Disponibilità molto limitata di camere twins (due letti separati). Verificare con TransAfrica al momento della prenotazione

  • VISA: Togo – visto a due entrate; Ghana & Benin – visto a entrata singola.
  • VACCINAZIONI: Febbre gialla – obbligatoria; profilassi antimalarica – altamente raccomandata.
  • PASTI: pranzi: picnic oppure nei ristoranti (menu turistici); cene nei ristoranti degli hotel (menu turistici)
  • BAGAGLIO: si raccomanda di contenere il peso a max. 20 kg, preferibili sacche da viaggio non rigide
  • ASSICURAZIONE: obbligatoria per assistenza medica, eventuale rimpatrio e danni materiali o fisici derivanti dal viaggio.
  • MEZZI DI TRASPORTO: microbus o minibus
  • TEMPI DI PERCORRENZA: il tempo stimato si riferisce alle ore di guida, sono escluse le soste per le visite.
  • Tutte le nostre escursioni sono progettate in modo da essere abbastanza flessibili per potersi adeguare alle condizioni del tempo e approfittare delle opportunità che possiamo incontrare lungo il percorso.
  • Considerando la natura del viaggio, alcune parti potrebbero essere modificate per cause imprevedibili e sulla base di decisioni dello staff locale. Spese dovute a tali variazioni saranno a carico del partecipante. Naturalmente la guida farà il possibile per attenersi al programma originale.
  • Ci sono frontiere da attraversare; sono possibili dei ritardi, ci i appelliamo alla pazienza dei viaggiatori.
  • I prezzi potrebbero variare in caso di aumento dei costi dei servizi, indipendenti dalla volontà dell’organizzatore.

Incluso:

  • Assistenza all’aeroporto di arrivo (giorno 1) e partenza (giorno 14)
  • Trasferimenti e visite in minibus/microbus
  • Guide locali (parlanti italiano, a partire da due viaggiatori italiani, se disponibile)
  • Tour e visite come da programma
  • Pernottamenti in camere standard, come da itinerario
  • Tutti i pasti B = prima colazione L= pranzo – D = cena
  • Acqua minerale durante le visite
  • Ingressi ai parchi, concessioni, aree protette e siti di interesse culturale
  • Kit di pronto soccorso
  • Tutte le tasse

 

Non incluso:

  • Voli internazionali
  • Trasferimenti pre-tour e/o post tour da e per aeroporto
  • Visa ed eventuali tasse aeroportuali
  • Pasti e/o escursioni turistiche diverse da quanto specificato nel programma
  • Acqua minerale ai pasti e tutte le bevande
  • Facchinaggio
  • Spese personali per foto e video
  • Assicurazione (obbligatoria)
  • Mance per autisti, guide, cuochi e staff hotel
  • Spese di consegna bagagli persi
  • Qualsiasi spesa di natura personale quali telefonate, lavanderia etc.
  • Tutto ciò non menzionato nel programma

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